Il Randagio


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...riesco a ricordare. Magari non mi farà niente se lo chiamo col nome giusto."
"Randagio va più che bene." Esordì una voce forte e calda, come pioggia d'Estate.
Se lo ritrovò davanti all'improvviso e gli venne subito in mente l'altro nome che prima gli sfuggiva. "L'Uomo Nero."
Javier aveva sentito parlare della gente scura, ma non ne aveva mai visto uno. La sua pelle era più nera del caffè, in netto contrasto con il pizzetto e la lunga coda di capelli, completamente bianchi. Qualche ruga attorno agli occhi, iridi verdi come le profondità di un bosco.
Si rese conto di avere la bocca aperta. Ripresosi, tese le braccia in avanti. "Il sorb... Il soprabito..."
Il Randagio guardò per un attimo la lunga giacca che indossava, una accozzaglia di toppe diverse: Scaglie rosse, cuoio nero e squame verdi. "Le braccia di un uomo sono fatte per molte cose, abbracciare un amico, arare la terra, suonare... non per reggere il vestito di qualcun altro." Rispose, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
"P-prego, si accomodi. Come posso servirla?"
"Grazie. Mi servo da me." E si sedette, con le gambe accavallate sopra il tavolo.
Solo allora Javier si accorse del tozzo cane ... [segue »]
Composto giovedì 22 gennaio 2015

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