Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...a braccia aperte, gli sembrava di udire nel vento la voce di lei che lo chiamava. Il treno correva la sua corsa senza fine, senza ritorno, senza fermate e Mosè continuava ad immaginare di fuggire via anche lui sopra quel treno, di allontanarsi sempre più senza sapere dove, certo di perdersi solo come un vagabondo senza famiglia. Il vecchio, completamente rapito da quel suo malinconico viaggio, ora sentiva il bisogno di chiudere gli occhi e sospirando fra sè nel silenzio, pronunciava piano queste parole: "Addia casa mia d'infanzia! Addio amici della mia adolescenza! Addio giovinezza perduta per sempre! Quanta struggente nostalgia mi avete lasciato! Com'è triste non poter tornare indietro! Ma perchè la vita è una corsa continua? Perche la fine di un viaggio non c'è mai? Mi fermerò soltanto quando giungerà l'autunno con la sua folata gelida. Come foglia ormai ingiallita sarò strappata dal mio albero, trascinata nel vento". Poi, di colpo, Mosè si scosse e lentamente cominciava a destarsi da quel viaggio nel profondo della sua anima, del suo essere così fragile, così indifeso rispetto alla grandiosità della sua vita. Ritornò così nella realtà sopra quel pullman, in quella gita, con quella ragazza seduta a fianco. Ma si ... [segue »]

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