Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...mentre felice e spensierato si divertiva a giocare con le onde,  costruiva castelli di sabbia, guardava con quegli occhietti di bimbo curiosi e attenti, quella distesa immensa di acqua, fino a perdersi con lo sguardo in lontananza, laggiù dove si disperdeva il mare oltre l'orizzonte, sognando con la fantasia di volare via senza fermarsi, per scoprire il mondo come un'onda senza mai una spiaggia, come un gabbiano che vola nel vento, più in alto che può, sulla cresta dell'onda, sull'orlo dell'oceano. Spariva, quel gabbiano, all'orizzonte, lungo la scia dei pensieri del vecchio, sulle ali dei suoi ricordi, alla scoperta di terre lontane, di nuovi segreti, nuove sensazioni. Era un nuovo giorno, era tempo di partire, bisognava migrare, finalmente era giunta esultante la stagione del gabbiano che dimorava in lui. Era la sua fantasia, l'anima così folle ma così particolare di Mosè che si faceva largo, che creava spazi, che cercava, in fondo alla dolcezza, nella disperazione, la speranza d'una fuga complice. Quella gita domenicale inattesa, fece molto bene all’animo di Mosè, si sentì risollevato, rinato, libero come un tempo. La solitudine sembrava sparita di colpo. Rideva e scherzava con tutti ma soprattutto con un gruppo di giovani in gita con ... [segue »]

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