Un giorno all'improvviso... e intanto il fiume scorre
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...In quella stanza dove l'avevo lasciato salutandolo oppure nel mio cuore che era braccato da quel dolore violento, insopportabile? "Non posso entrare lì dentro..." - continuavo a ripetere tra me e me – "mio padre rimane accanto a me, qui, tra le mie mani che hanno ancora le sue carezza tra le dita... Te ne sei andato così, senza dirmi una parola... Se n'è andata una parte di me".
Raggomitolata sempre più su me stessa, lacrime cristallizzate, pietrificate dalla fredda consapevolezza che non avrei più ritrovato mio padre. In quel momento ho sentito le ruote della barella, ho guardato istintivamente attraverso la porta e l'ho visto, libero finalmente dalla stretta della maschera e dal travaglio di tubi, aghi e fili arrampicati sulle braccia tumefatte ed ho ripensato alle parole del medico... "era sereno... ha chiuso gli occhi dolcemente...".
"Era una tua peculiarità la dolcezza e ti ha accompagnato fino alla fine. Il mio tempo si è fermato. Il tempo della mia infanzia, delle corse verso le tue braccia tese che poi mi sollevavano in aria e mi riportavano giù. Il tempo della mia giovinezza, quando ti sedevi accanto a me sognando di ascoltare un pezzo al pianoforte suonato ... [segue »]
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