Quasi un tocco d'ali
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"Non si può mai prevedere come gira il vento!" Se c'è qualcosa che ho imparato dai miei pazienti in questi più che ventennali anni di servizio, è la considerazione che anche nella più luminosa delle giornate estive di sole, all'improvviso può calare il buio e scatenarsi un temporale.
Ecco, questa è la più fedele metafora dell'ingresso della patologia tumorale nella vita del paziente.
Prima la vita scorre lineare, di solito frenetica, a volte felice, spesso monotona e, d'un tratto il tumore si intromette, irrompe imprevedibilmente, annientando tutto e tutte le persone che ami e creando una frattura ben definita nel corso dell'esistenza.
Demarca e segna "un prima" e "un dopo" la malattia.
Il filo conduttore emergente dall'esperienza di ogni singolo degente però, è l'incredulità per il presente, l'incertezza per il futuro e il ricordo del passato che innesca un vortice di pensieri.
"Vortice" di pensieri. È curioso come ricorre nuovamente il vento.
Di contro, descrivere la condizione degli operatori sanitari di fronte al dolore fisico e psichico del paziente è un'impresa senza fine, perché variegati sono gli atteggiamenti di chi è esposto al dolore dell'altro con la responsabilità di prendersene cura, conservando la serenità sufficiente per non essere sopraffatto dalla ... [segue »]
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