Scritto da: Franco Paolucci

fatta per durare


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...qua e là in qualche pozza, aveva uno strano sapore, che non sapeva essere sulfureo.
Fortunatamente piovigginava ogni notte, ed il cielo nebuloso era ogni notte meno rosso e meno luminoso, a causa del lento estinguersi dei numerosi fuochi lontani.
Quella cupola metallica aveva attratto la sua attenzione, non tanto per la dimensione, che risultava relativamente esigua, quanto per la lucentezza e regolarità della forma, notevolmente stridenti con la congerie inspiegabile dei residui sparsi ovunque.
Lungo il perimetro la cupola poggiava su tozze colonne, poco più basse del corpo del barbone. Lo spazio tra due di queste colonne risultava, a prima vista, esiguo per permettergli di introdursi sotto la cupola. Aveva preso a girare intorno alla costruzione alla ricerca di un ingresso, incuriosito dagli strani segni scolpiti su ciascun architrave, frutto incomprensibile di una scrittura che nemmeno sapeva essere scrittura, ed ancor più incuriosito dai disegni posti sotto le scritture, tutti diversi tra loro, che riproducevano, a sua insaputa, tutte le forme viventi comparse ed estinte.
Il barbone non sapeva quante volte avesse percorso un intero giro intorno alla base della cupola ma, dopo il continuo, lungo girare, avvertendo il costante ripetersi di qualcosa alle sue spalle, delle stesse immagini ... [segue »]
Composto mercoledì 21 agosto 2013

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