Scritto da: Franco Paolucci

fatta per durare


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...povero mondo, saturo di dolore e di lamenti, di fatiche e ripetuti tentativi di pervenire alla ragione della propria presenza, alla ricerca di una funzione che motivasse ogni suo indirizzo, ogni sua azione.
Allora il barbone alzò gli occhi in alto. Un po' per interrompere la sconcertante visione, un po' tentando di recuperare un'immagine consolatrice. Ma la volta della grande cupola, posta sopra la grande casa "fatta per durare", non era più visibile. In luogo di essa, nel frattempo e molto più in basso, si era andata edificando sulle alte pareti della sala un'altra piccola cupola, determinata da un reticolo artificiale composto da un'infinità di celle, di esagoni regolari, in ognuno dei quali uno velo di fumo, opaco e stranamente speculare, rifletteva l'immagine cupa e dubbiosa del barbone assiso sul suo trono.
Fu allora che il "gran crash" colpì anche lui. Mentre tutto si andava spegnendo al suo intorno, ed ogni suono svaniva, e la sua percezione lo precipitava nel baratro senza fondo, e l'amore che, ora, capiva quanto l'avesse ingannevolmente legato al suo piccolo mondo, si sgretolava del tutto, il barbone ebbe un ultimo sussulto, un fremito, che accompagnò con il suono di un vagito la sua ultima visione. E fu così che il barbone si sciolse come una goccia pura di pioggia incontaminata, finendo diluito ed assorbito dall'oceano sconfinato della visione finale di Dio.
Composto mercoledì 21 agosto 2013

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