condannati all'incertezza
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Cari amici,
poiché si sa come tra noi ci sia una percentuale viepiù in aumento di persone che si definiscono atei, mi accingo a trattare questo delicato argomento con l'intento di inculcare in costoro il dubbio sulla correttezza di tale loro auto definizione.
Per certo, non cercherò di dimostrare l'esistenza di Dio, anche se, aprioristicamente, sia possibile affermare che la storia umana, perlomeno negli ultimi dieci millenni, abbia talmente risentito della sua supposta ed ampiamente accettata esistenza, da esserne, in definitiva, totalmente influenzata.
Mi ricordo che da bambino, mio nonno, per evitarmi di salire in soffitta dove era ammucchiata una quantità enorme di suoi oggetti, tra cui cose forse preziose che non voleva fossero manomesse, era solito intimidirmi, avvertendomi che avrei potuto incontrarci l'uomo nero. La curiosità era più forte della paura ma, ancora adesso, se salgo colà, pur sorridendo, sono attratto dagli angoli bui come se quella assurda presenza possa divenire realtà. Nel domandarmi perché, ho dovuto ammettere che la sua supposta presenza è stata in definitiva, per me e nel mio intendere, una realtà la cui influenza non può essere totalmente rimossa e cancellata.
Voglio provare, però, a tentare di capire come possa essersi formata, almeno in me,... [segue »]
Composto mercoledì 21 agosto 2013
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