condannati all'incertezza
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...immemorabile verso l'affinamento di ogni sua conoscenza e di ogni sua azione, rivolgendole entrambe al raggiungimento della bontà insita nel conseguimento del perfettibile.
A conclusione voglio avanzare una ipotesi che concili in sé tutte le tendenze religiose e non.
E se il Cosmo, in cui si colloca la presenza sensibile della Vita, apparentemente condannato alla solitudine conseguente la sua unicità, non fosse cosa compiuta? Se il Cosmo necessitasse di autodefinirsi autocomprendendosi?
Potremmo forse considerarci uno stato iniziale o intermedio di un processo autodeterminante rivolto verso un obiettivo al momento indefinibile, forse prefissato ma certamente molto affascinante, per il quale valga ora e sempre la pena di vivere.
Nella condizione assoluta di incertezza in cui ci troviamo ogni stimolo rivolto ad attivarci per ampliare la nostra conoscenza, sia in ambito scientifico che interiore o psichico, è da considerarsi cosa buona e giusta, purché sviluppata con intenti carichi di Amore comunitario rivolto alla conservazione dello stupefacente fenomeno della Vita.
Composto mercoledì 21 agosto 2013
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