La Fenice
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...di minuti dopo:
"Effettivamente il vecchio non chiama l'asporto, chiaramente, ma ha sguinzagliato la migliore pizzeria di Venezia per farci servire, ora devo solo ritelefonare perché non sapevo cosa volessi."
"Davvero ha chiamato la pizzeria per farci arrivare da mangiare?"
"Certo, ti ho detto che ti vizierà come una nipote. Poi tu sai pure essere simpatica ai vecchietti, vedrai che ti troverai bene!"
Giulia sbuffò ma decise di cambiare discorso ordinando una tonno e cipolla, poi cercò tra gli scatoloni la tovaglia che sua madre le aveva dato e intanto sorrise pensando al gesto di Giovanni, forse un nonno che la viziava era una manna dal cielo in quel periodo.
Le pizze arrivarono dopo qualche decina di minuti suonando al campanello della porta che dava sulla calle. Enrico estrasse il portafogli e senza darle neanche il tempo di capire aveva già pagato e richiuso la porta.
"Come ti senti?" chiese Enrico quando ormai avevano mangiato metà della pizza, la sua voce era dolce e gentile, stava facendo una domanda difficile, a cui Giulia aveva poca voglia di rispondere, ma ormai la conosceva abbastanza per sapere che lei aveva bisogno di sfogarsi, di tirar fuori il dolore. Sperava vivamente che l'uscita del libro e ... [segue »]
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