Scritto da: Bartolo Fontana

La baia delle stelle


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...d'ombra. Le sue immense mani stavano accarezzando un pezzo di legno senza lasciar ben trasparire le sue reali intenzioni. "Ciao, Gigante". L'uomo, di spalle, si girò lentamente e sorrise. "Perché hai quella faccia con quell'espressione così triste?". "Ho saputo da poco della morte di un mio caro amico". "Morto?". Angelo rispose a quella domanda con un'espressione incredula. "Sì, morto... sai cosa vuol dire?". "Il tuo amico non è morto. La sua mente ha abbandonato semplicemente il suo corpo. Non è morto". "E se non è morto, ora dove si trova?". "Un giorno lo sapremo, non dubitare". "Puoi sforzarti, per una volta, di essere più chiaro?", il tono di Angelo non era insolente ma certamente lasciava trasparire una particolare risolutezza che al gigante non sfuggì. "La morte si sconta vivendo, diceva Ungaretti". "Più cerchi di spiegarmi e più la mia logica si allontana dalla tua". "Quando la nostra mente abbandonerà il nostro corpo, soltanto allora capiremo in quanto poco spazio siamo vissuti". Forse, finalmente, Angelo stava iniziando a capire. "Quello che chiamiamo corpo – continuò il gigante – non altro che un contenitore. E quando il nostro spirito, come una rondine, deciderà di migrare, lo farà attraversando i suoi infiniti orizzonti.... [segue »]

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