La Bella e la Notte
Capitolo: 2 - L'incendioScegli la pagina:
...con qualche ceffo viscido fino al midollo, dalle mani sudaticcie e fetenti; va bene che i figli sono sangue del proprio sangue, ma a tutto c'è un limite. E questo confine appena indicato, sul quale i miei pensieri si soffermavano, si stava rivelando insuperabile, per l'unico strumento che, nella mia vita vagabonda, non aveva mai fallito: il mio fiuto. Dovevano pensarla come il sottoscritto, in fondo, gli stessi inquirenti: dopo averli strapazzati per bene, dopo averli torchiati a dovere, permisero ai due anziani gentiluomini di tornarsene a casa, con la sola restrizione di non abbandonare la città e di tenersi a disposizione.
Ero sollevato, i due ottimi commercianti nonché pregiate persone (e sfigatissimi genitori) non erano finiti al gabbio; buon segno, ero presente al loro interrogatorio, ed avevo temuto il peggio, per la piega che aveva preso. Era la serata adatta a tirare il fiato, mi abbandonai sul divano, in mezzo ai cuscini, un paio d'orette, prima di uscire e raggiungere il Jazz Club, a mezzanotte. Intorno alla Bella del jc, quella notte, si allungava una galleria di singolari personaggi; lei, dal palco, continuava a tirare - inconsapevolmente - i fili dei miei sogni. La palma per la battuta della ... [segue »]
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