La Bella e la Notte
Capitolo: 5 - Casi della vitaScegli la pagina:
...vasche avanti e dietro, a rilento per la folla e le promesse definitive, a corto di pazienza: “non la sopporto più ‘sta lagna, smettila sennò niente regalo, e pulisciti il naso... ”: ricordi di quando ero io, il moccioso. Con le narici tenere ed umide, ed i picci con cui davo il tormento ai miei. Mi piantavo di fronte alle vetrine e non volevo più venirne via; non mi spostavo di un millimetro, e cacciavo via gli altri bambini, passando per direttissima alle vie di fatto. Una volta, presi a calci una mamma che aveva osato affiancarmi la figlia -una bella bambina, oltretutto, la ricordo ancora-, affinché la piccola, scambiando due parole con me, riuscisse dove mia madre falliva pietosamente: schiodarmi di lì. E mia madre, ancora a rincorrerla, l’altra mamma, per scusarsi, ché non ero un bimbo monello, non ero un discolo; era che le vetrine, beh, mi catturavano, facevano prigioniere le mie fantasie e la mia immaginazione, e tenevano in ostaggio i miei desideri ed i miei sogni. A tutt’oggi, accade lo stesso; certo, non c’è più mia madre che mi tiene per mano -o almeno tenta di farlo-. Ed una bella bimba matura al punto giusto, eccome ... [segue »]
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