Alla ricerca del Water perduto

...e pimpanti come non mai, vispi, allegri, con passo veloce e diritto. Mi devono aver salutato con un: "ohilà, buondì! " o qualcosa di simile, in ogni caso troppo ottimistico per quell'ora. Credo di aver pensato che sembravano parecchio Zorro e l'aiutante sordomuto tranne che non erano mascherati – in verità, Giorgio, la bandana, a dirla tutta, ce l'ha... solo che era in incognito, me l'ha spiegato poi -, io, invece, con le caccole agli occhi, il passo fiacco e le occhiaie che arrivavano a terra e rimbalzavano, ero molto più stile sergente Garcia.
Entriamo in macchina, aria condizionata, sedile dietro, bello comodo: aaah, che pacchia. Maddeche. Inizia un discorsone che preannunciava la fine del mondo, e io, a quanto pareva, dovevo morire dal maiolicaro, seduto su un water – provai a chiedere in una jacuzzi, ma mi risposero che erano tutte occupate dai turisti -. Mi descrivono il luogo con aggettivi cronologicamente sempre più deprimenti; ampio, sterminato, immenso: vecchietti che picchiano i bambini per scegliere i bagni, casalinghe annoiate che giocano a tiro a segno con le mattonelle, signori disperati ad ogni angolo, ragazzini persi nei sotterranei e mai più ritrovati e poi ancora: droga, commessi malviventi, zingari, truffaldini,... [segue »]

Anonimo