Alla ricerca del Water perduto
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...indifferente – un rivolo di bava atrofizzato, probabilmente della mattina addietro, dovevo aver pensato che quella saliva secca a forma di S, avrebbe avuto un qualche fascino misterioso: m'ero sbagliato. Uscito dallo stato di mattutina catalessi, con gli occhi ancora lievemente incaccolati – con "quelle là", puntavo ad una strategia di sfinimento - riprendo il cellulare... e lì comincia il dramma: Giorgio, appostato col coltello m'aveva già chiamato una settantina di volte con intervalli regolari di cinque minuti e trenta secondi, con pausa pipì, colazione e scaccolamento di circa sei secondi netti; non lo richiamo. Sbloccato il cellulare dalla massa abnorme di chiamate in memoria, mi munisco di effetti personali, ed esco.
Il percorso era breve, casa mia-casa del padre di Giorgio, senza intoppi, e così è stato.
Quando arrivo al portone, manco suono. Poggio appena il dito sul bottone del citofono ed eccoli: con tempismo perfetto, rombando tipo jet, prendono la curva a 70, 75 Km/h, imboccano diretto la via del portone, stoccano, cambiano marcia – Giorgio s'è intoppato ad un certo punto, non so se ha cambiato l'olio ai box o ha tentato di ripartire in terza -, ultimo sprint e mi sono davanti. Padre e figlio, sgargianti ... [segue »]
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