Giuseppe Freda

Nella frase "Belle, per il Dio, sono tutte le cose, e giuste..." di Eraclito
Per Vincenzo: io (manco a farlo apposta) ho avuto un figlio che non a 16, ma a 13 anni è sceso di soppiatto in strada, ha preso la macchina e si è fatto un giro per la città. Era un patito delle automobili.
     L'ho saputo quando ne aveva 16. Me lo ha confidato lui stesso. E (sbagliando) gli ho proibito di tutto e di più.
      A 22 anni, a bordo di una lancia delta scagliata a velocità supersonica in piena città, è finito contro un palo della luce (un incidente pauroso), e ne è uscito illeso per puro miracolo. Solo perché, nel momento in cui ha battuto violentemente lo sterno sullo sterzo, il cuore era nella fase di diastole e non di sistole (altrimenti se lo sarebbe spappolato).
      Oggi, che ne ha 42 (di cui 22 trovati in terra: doveva m0rire allora, ancora oggi medici e chi ha visto in che condizioni era la macchina non riescono a capire come sia potuto sopravvivere SENZA UN GRAFFIO NE' UN BERNOCCOLO), oggi, dicevo, guida come uno chaffeur, e ritiene che la mia guida sia imprudente.
       La vita gli ha insegnato (a basso prezzo, anzi senza prezzo) la sua lezione; io che ci avevo provato, ero riuscito solo a stimolare la sua trasgressività.
11 anni e 11 mesi fa
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Nella frase "Ogni essere vivente dovrebbe poter decidere di..." di Raffaella Florio
La m0rte... il principale tabu della nostra società malata. Il momento più solenne ed enigmatico della vita viene escluso, relegato in un angolo,  taciuto o solo appena accennato come si trattasse di una colpa, condiviso solo con stereotipe "condoglianze", semmai attinte da siti come questo, su cui imperversano i sacerdoti della bella parola; o fatto oggetto di spettacolo, le finte e le vere sparatorie, la "m0rte in diretta", i film dell'orrore, Halloween con i suoi macabri esorcismi ridanciani...   E tutto questo per non "turbare" l'andamento della vita "normale", che fa di tutto per dimenticarla.
    Anche e soprattutto da questo nasce il senso di isolamento di chi prova l'acerbo dolore della perdita. Un dolore che non può essere condiviso, per via di un malinteso senso di "buona educazione" nei confronti di coloro che preferiscono vivere ritenendosi "imm0rtali".
    Non mi metti in imbarazzo, Raffaella. E non metti in imbarazzo, a mio avviso, neanche tutte le persone (e sono molte) che, anziché inseguire le orgogliose chimere di vacue affermazioni dell'io, materiali o intellettuali che siano, fanno della loro vita una continua, umile meditazione su se stessi, sul proprio ruolo e sul proprio destino, lottando per richiamare anche gli altri alla riflessione sulla realtà del comune destino, e delle domande che pone.
    Tu vivi un momento prezioso, il momento in cui di fronte all'assurdo della fine l'anima si ripiega dolente su se stessa, in un doloroso, angoscioso risveglio alla realtà della ineluttabile lacerazione di ogni rapporto, anche il più sacro. Non interessano più le assordanti voci e seduzioni del mondo, ma interessa solo una domanda: "perché". Non ritrarti, non vergognarti di questo momento. Alcuni, anzi la maggior parte, tentano di fuggirlo per non pensare, per non soffrire. Non lasciarti tentare dal farlo. Vivilo con forza, con coraggio, affrontalo non per trovare l'espediente per meglio fuggirlo, come fanno i più tentando di "distrarsi", ma per ascoltare e capire.
     Il tempo cicatrizzerà la ferita. Quando ciò sarà accaduto, sarà più difficile "ascoltare". Il momento è ora.
11 anni e 10 mesi fa
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Nella frase "Un aforisma non deve necessariamente essere..." di Karl Kraus
Più in particolare, devo dire che, come non tutti sanno, esistono due generi di aforismi: l'aforisma femmina e l'aforismo maschio.
    Per il primo genere di aforismi, quanto detto vale doppiamente ed in modo assolutamente indubitabile.
11 anni e 10 mesi fa
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