Antonio, la frase è molto bella nel suo significato ma c'è un errore di italiano, che mi permetto di farti notare in pubblico e non in privato, perché si tratta di un errore ricorrente nelle frasi di molti: e se dovessi farlo notare a ciascuno in privato, dovrei scrivere decine di messaggi. Quello che dico lo dico dunque nonsolo a te, ma a tutti coloro che non avessero colto l'errore. D'altra parte so bene che sei un ragazzo intelligente e non presuntuoso, e dunque tale da non offenderti per una correzione, ma anzi eventualmente da ricercarne per progredire nell'efficacia dei tuoi mezzi espressivi.
L'errore è dunque il seguente. Il pronome "che" significa "il quale, la quale, i quali, le quali". Nella frase, così come è scritta, esso non può significare altro che "i quali", perché si lega con il plurale "quelli", che immediatamente lo precede. Stando così le cose, dato che quel "che" è il soggetto che regge il verbo "sentire", questo verbo deve andare al plurale, non al singolare: "io sono uno di quelli che si sentono, ecc.". Te ne renderai subito conto se, nella frase che hai scritto,sostituisci "che" con "i quali": i"io sono uno di quelli i quali si sente" è evidentemente errato.
Secondo me però la via migliore di correzione della frase è eliminare il "quelli": "io sono uno che si sente libero solo dentro una poesia".
Ti ringrazio dell'attenzione, e ti saluto caramente.
PS: naturalmente il tuo pensiero è molto bello. E proprio per questo merita un bel vestito nuovo. : ))))))
12 anni e 8 mesi fa
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Non sono inesistenti: non vivono solo nel nostro cuore, nei nostri ricordi e nella nostra fantasia. Sono intorno a noi e non li vediamo.
Questa mia non è una credenza o una filosofia. E' esperienza vissuta e vivente.
Chi dunque ne rimane confortato , se ne conforti. E chi invece dovesse rimanerne scandalizzato... che si scandalizzi pure, ma io la verità, di fronte al dolore che brancola nel buio, ho il preciso dovere di dirla.
12 anni e 8 mesi fa
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Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Se questo avviene per la materia, è estremamente riduttivo e non realistico pensare che possa non avvenire per la soggettività, il pensiero e l'auto-coscienza, cioè per quelli che sono i massimi risultati raggiunti dal corso della Natura.
Elisabetta, se vuoi fare un ritratto devi essere prima un disegnatore che un pittore. Se sei nei campi e vuoi dipingere ciò che vedi devi conoscere le leggi della prospettiva. Idem se tenti di disegnare il busrto del Lucio Vero (nelle scuole di disegno si mette il busto di gesso al centro, e tutti intorno lo disegnano). Non ne parliamo del nudo. La Maya desnuda, o anche la Danae del Tiziano mica sono opere di fantasia: senza il disegno (dalla natura m0rta al gesso al nudo) puoi essere ispirato quanto vuoi, ma... non li "fai".
12 anni e 8 mesi fa
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Vincenzo... hai mai sentito parlare di "poliedricità"?
Hai mai letto "Il gioco delle perle di vetro" di Hermann Hesse?
L'uomo è uomo: non è O letterato, O filosofo, O artista, O scienziato, O medico, O avvocato, O medium, O stu*pido, O genio O.... qualsiasi cosa.
Io ti dico (con Hesse) che solo con la poliedricità si può operare la sintesi di tante conoscenze che, se le affronti una per una, appaiono tra loro scollegate e talora inconciliabili.
Dunque a te io appaio un letterato che sconfina nella filosofia; ma ad altri che mi conoscono sotto altre vesti appaio un filosofo che sconfina nell'arte, o un pittore che sconfina nella poesia, o uno scienziato che sconfina negli equilibrismi delle parole, o un medium che sconfina nell'estremamente razionale, o un avvocato che sconfina nel giuridicamente irrilevante, o una persona sria che sconfina nel faceto, o una persona futile che sconfina nel serio ... e invece sono un essere umano, che E' tutte queste cose.
EWlimina le tue caselle precostituite, e apri gli occhi all'insieme del mondo !!!
Il sapere dei nostri tempi non consente,come ai tempi di Leonardo, la possibilità che un solo essere umano sia al "top" in tutti i campi, e questo è la specializzazione. Ma io ti dico che solo con la poliedricità si può riuscire a collegare le conoscenze che l'uomo HA GIA' ACQUISITO (e torniamo a Hesse) e capire che probabilmente la VERITA' già l'abbiamo sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, perché è nascosta a livello interdisciplinare. Se fossimo tutti api intente all'alveare, ciascuna coi suoi compiti, non vedremmo l'arnia nel suo insieme, e non capiremmo la meraviglia del miele.
In conclusione: esistono persone che hanno fatto e fanno tante cose nella vita, perché hanno amato e amano tante cose: quelle persone riescono a intuire collegamenti (e torniamo a Hesse), a collegare fili, che gli altri neanche vedono...
Anche di queste persone il mondo ha bisogno per andare avanti: oggi più che mai.
Io ho grande fiducia in internet e nella multimedialità, perché è un grandissimo strumento al servizio di collegamenti interdisciplinari.
E non vado oltre, perché toccherei argomenti troppo importanti per essere trattati in un commento di P&P. Ma prima o poi finirò di scrivere un libro che ho in cantiere, e te ne farò omaggio.
Mio piccolo, caro, dolce Vincenzo....
Sorrisone !!! : )))))))))))))))))))))))))))))))))))))
12 anni e 8 mesi fa
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Curiosità da curiosità.
Per chi è curioso di conoscenza scientifica e in genere culturale, la cura è occuparsi di scienza o filosofia, e rompere le balle quanto meno è possibile.
Per chi invece fosse curioso dei casi altrui, la cura è una bella "paliata" al momento opportuno.
Il termine "paliata", anche detto "paliatone", di schietta ma antichissima origine partenopea, non è da confondersi con la "palliata", o "fabula palliata", antica forma di commedia latina di derivazione greca. Anche se talora anche nella "palliata" vi era qualche "paliatone", e dunque probabilmente nell'etimologia una qualche forma di derivazione potrebbe anche esistere.
...Sergio, tu che comprendi, spiega tu. : )))))))))))))))))
12 anni e 8 mesi fa
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L'errore è dunque il seguente. Il pronome "che" significa "il quale, la quale, i quali, le quali". Nella frase, così come è scritta, esso non può significare altro che "i quali", perché si lega con il plurale "quelli", che immediatamente lo precede. Stando così le cose, dato che quel "che" è il soggetto che regge il verbo "sentire", questo verbo deve andare al plurale, non al singolare: "io sono uno di quelli che si sentono, ecc.". Te ne renderai subito conto se, nella frase che hai scritto,sostituisci "che" con "i quali": i"io sono uno di quelli i quali si sente" è evidentemente errato.
Secondo me però la via migliore di correzione della frase è eliminare il "quelli": "io sono uno che si sente libero solo dentro una poesia".
Ti ringrazio dell'attenzione, e ti saluto caramente.
PS: naturalmente il tuo pensiero è molto bello. E proprio per questo merita un bel vestito nuovo. : ))))))
Questa mia non è una credenza o una filosofia. E' esperienza vissuta e vivente.
Chi dunque ne rimane confortato , se ne conforti. E chi invece dovesse rimanerne scandalizzato... che si scandalizzi pure, ma io la verità, di fronte al dolore che brancola nel buio, ho il preciso dovere di dirla.
Hai mai letto "Il gioco delle perle di vetro" di Hermann Hesse?
L'uomo è uomo: non è O letterato, O filosofo, O artista, O scienziato, O medico, O avvocato, O medium, O stu*pido, O genio O.... qualsiasi cosa.
Io ti dico (con Hesse) che solo con la poliedricità si può operare la sintesi di tante conoscenze che, se le affronti una per una, appaiono tra loro scollegate e talora inconciliabili.
Dunque a te io appaio un letterato che sconfina nella filosofia; ma ad altri che mi conoscono sotto altre vesti appaio un filosofo che sconfina nell'arte, o un pittore che sconfina nella poesia, o uno scienziato che sconfina negli equilibrismi delle parole, o un medium che sconfina nell'estremamente razionale, o un avvocato che sconfina nel giuridicamente irrilevante, o una persona sria che sconfina nel faceto, o una persona futile che sconfina nel serio ... e invece sono un essere umano, che E' tutte queste cose.
EWlimina le tue caselle precostituite, e apri gli occhi all'insieme del mondo !!!
Il sapere dei nostri tempi non consente,come ai tempi di Leonardo, la possibilità che un solo essere umano sia al "top" in tutti i campi, e questo è la specializzazione. Ma io ti dico che solo con la poliedricità si può riuscire a collegare le conoscenze che l'uomo HA GIA' ACQUISITO (e torniamo a Hesse) e capire che probabilmente la VERITA' già l'abbiamo sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, perché è nascosta a livello interdisciplinare. Se fossimo tutti api intente all'alveare, ciascuna coi suoi compiti, non vedremmo l'arnia nel suo insieme, e non capiremmo la meraviglia del miele.
In conclusione: esistono persone che hanno fatto e fanno tante cose nella vita, perché hanno amato e amano tante cose: quelle persone riescono a intuire collegamenti (e torniamo a Hesse), a collegare fili, che gli altri neanche vedono...
Anche di queste persone il mondo ha bisogno per andare avanti: oggi più che mai.
Io ho grande fiducia in internet e nella multimedialità, perché è un grandissimo strumento al servizio di collegamenti interdisciplinari.
E non vado oltre, perché toccherei argomenti troppo importanti per essere trattati in un commento di P&P. Ma prima o poi finirò di scrivere un libro che ho in cantiere, e te ne farò omaggio.
Mio piccolo, caro, dolce Vincenzo....
Sorrisone !!! : )))))))))))))))))))))))))))))))))))))
Per chi è curioso di conoscenza scientifica e in genere culturale, la cura è occuparsi di scienza o filosofia, e rompere le balle quanto meno è possibile.
Per chi invece fosse curioso dei casi altrui, la cura è una bella "paliata" al momento opportuno.
Il termine "paliata", anche detto "paliatone", di schietta ma antichissima origine partenopea, non è da confondersi con la "palliata", o "fabula palliata", antica forma di commedia latina di derivazione greca. Anche se talora anche nella "palliata" vi era qualche "paliatone", e dunque probabilmente nell'etimologia una qualche forma di derivazione potrebbe anche esistere.
...Sergio, tu che comprendi, spiega tu. : )))))))))))))))))