Giuseppe Freda

Nella frase "Ogni arte ha la sua tecnica. Per scrivere..." di Giuseppe Freda
Circa il commento 13 di Margherita: è notorio che la verità è nel vino e nei fanciulli.
Assicuro tuttavia di essere del tutto astemio.
Ma approfondiamo: perché i bambini enunciano l'evidenza senza remora alcuna?
Mi pare ovvio: perché ancora non hanno subìto il lavaggio del cervello delle convenzioni sociali, nè conoscono le "terribili" conseguenze cui "potrebbero" andare incontro contravvenendovi...
Viceversa, in un adulto che dice la verità devono ben sussistere sentimenti di giustizia, verità e coraggio. Altrimenti non la dice.
Sussistono in noi? Non sussistono e stiamo dicendo solo menzogne?
Insomma: gli appunti che muoviamo, sono verità o no?
E' appunto per questo che ho creato questo post: per discutere di ciò liberamente, senza pregiudizi e senza pressioni psicologiche da parte dei proprietari delle frasi e dei loro osannanti "amici", la cui principale obiezione si è sinora concentrata sulla circostanza che la critica poneva in secondo piano il "pensiero" dell'autore.
Qui invece, quando si parla di lessico, grammatica e sintassi si è strettamente in tema, e si commenta la frase.
Cerchiamo e troveremo, dunque: giacché la verità è verità... e che la dica un bimbo, o un vecchio mal vissuto, sempre verità rimane.  : )))
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 40) di altri utenti.
Nella frase "Ho visto più lontano degli altri, perché stavo..." di Isaac Newton
Silvana, questa frase non è di Isaac Asimov, ma di un altro Isaac ben più importante per la nostra civiltà: Isaac Newton...
     A te l'onore e l'onere di operarne la correzione. Io non ho ben capito come si fa.  : )))))))))))))
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Nella frase "In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato..." di Isaac Asimov
C'è una sola lacuna in questo pensiero: non viene reso esplicito un "sempre" che costituisce il vero nocciolo del concetto.
   "L'unica cosa certa che possiamo dire sulle nostre attuali conoscenze, e che potremo dire sempre sulle nostre conoscenze future,  è che esse sono sbagliate".
    Sarebbe, in caso contrario, possibile ritenere che siano state sbagliate per i secoli passati, ma giuste oggi... se non è così, è proprio per via di quell'implicito "sempre".
    E quel "sempre" comporta un'altra considerazione: la scienza è solo un processo di approssimazione alla verità, ma non la raggiunge mai.
    Il vero problema è se siamo per sempre esclusi dalla conoscenza, o se possa esistere, per raggiungerla, una via diversa da quella della scienza.
    Chi riesca a porsi questo problema sente di essere molto più grande di ciò che appare, e di avere indosso panni eccessivamente stretti.
    Ma, da quei panni, non sa come venirne fuori.
12 anni e 8 mesi fa
Nella frase "Quello che ho fatto è molto più limitato. In..." di Isaac Asimov
Una grande intuizione, se si pensa che solo da tempo relativamente breve la scienza ha cominciato a parlare di determinismo nei fenomeni caotici.
   Tuttavia a mio avviso la realtà va ben al di là di ogni immaginazione: tutto è già presente ed è già passato... siamo solo spettatori di un film che è già là, tutto intero nella pellicola che stiamo guardando.
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Nella frase "L'unico modo per dire che ti voglio bene è..." di Raffaella Florio
Non c'è dubbio che in un rapporto di coppia impostato sulla convivenza questa frase possa risultare ampiamente motivata.
   Consiglio: ho un amico che si appresta a celebrare i 35 anni di felice matrimonio, da cui è nata una figlia ormai più che 30enne...
35 anni vissuti però, sin dall'inizio, ciascuno a casa propria, con convivenza limitata alle sole feste comandate ed alle vacanze estive.
   Direte voi: le sole vacanze estive potrebbero talora essere sufficienti a motivare un omicidio...
   Beh, non è successo.
   Che possa esser questa la retta via??
   Il mio voto è 10, a mero fine di compensazione della insignificante monotonia dei due 1 precedenti, in tutta evidenza motivati da ragioni che esulano dalla mera valutazione della frase.
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 5) di altri utenti.
Nella news Fase 2 "VIIº concorso letterario internazionale di PensieriParole"
Concordo col parere di sir Jo.
Ma vorrei anche fare una considerazione che ritengo molto importante: le vendite di qualsiasi cosa dipendono dal giudizio popolare. E' il "popolo" a decidere liberamente quale film andare a vedere, quale libro comprare, quale cantante preferire e così via.
Dunque una scelta popolare è qualcosa di estremamente realistico, al di là di ogni considerazione di tipo critico.
Il problema è, semmai, quello di "guidare" adeguatamente le scelte popolari, "educando" la gente ad una sempre maggiore sensibilità artistica. Per fare questo occorre a mio avviso, segnatamente su questo sito che gode di un'inattesa e splendida onda popolare, una critica che sia particolarmente severa, imparziale e motivata, sia quanto alle forme che quanto ai contenuti.
Assistiamo invece, molto spesso, al perpetuarsi e al costituirsi di gruppi auto-referenziali che osannano ogni cosa, purché provenga da certe campane.
Questo fenomeno non è un bene, e va additato e disatteso senza mezzi termini.
Tuttavia è sempre meglio di quella critica più o meno "venduta" che, soprattutto nei campi in cui l'arte è una forma di "investimento" (grazie a Dio la poesia non rientra in questo ambito)  "manovra" le scelte popolari, facendole collimare con interessi difficilmente confessabili.
Ebbene, nel nostro caso nulla di ciò è avvenuto né poteva avvenire. Ben venga, dunque, una ruspante scelta popolare (delle cui caratteristiche, per inciso, ogni partecipante avrebbe dovuto tener conto nell'atto di scegliere le opere da proporre).
Io non so quanti iscritti abbia questo sito; ma mi auguro che possa giungere ad averne centomila di più. Perché quanti più ne avrà, tante più persone potranno essere raggiunte e "guidate" onestamente e seriamente verso una più consapevole sensibilità letteraria.
Sarà però un'occasione da non perdere, se si vuole fare davvero opera di valore letterario e culturale, e non, come avviene dappertutto nel mondo di oggi, caos che si vada ad  aggiungere ad altro caos.
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Nella frase "Gli aforismi sono aneurismi del pensiero: anse..." di Giuseppe Freda
Letterati, filosofi, poeti non sono, di solito, persone diverse tra loro: anzi, secondo me nessuno è solo l'uno o solo l'altro.
   E' questo un altro aspetto per via del quale riesce di solito estremamente difficile, se non impossibile, descrivere la realtà con pochi tratti di pennello. Più ampia è la visuale delle cose, più sussiste un rischio, anzi praticamente la certezza, che qualcosa rimanga fuori dal quadro, nell'inespresso.
   D'accordo quanto allo stimolare la riflessione: è questo, più che il porsi come latore di certezze, il principale compito di un buon aforisma. Anche perché il convincimento è sempre un fatto personale, e non troverai mai due persone che vedano le cose esattamente allo stesso modo.
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 5) di altri utenti.