Dario... l'osservazione di yk1, alias giulio Pintus, è di una adamantina chiarezza.
A me sembra che invece sia proprio il caso di guardarsi attorno.
O no??
Mi spiego: posto che Dio sei tu, ma è anche ciascun altro, beh, allora anziché guardarsi nella fonte come Narcisi, l'attenzione per gli altri dovrebbe essere decuplicata...
Tentiamo di ragionare in termini costruttivi: hai distrutto Dio, e sta bene. E poi, vogliamo tentare di costruire, o rimaniamo seduti sulle macerie con lo sguardo fisso nel nulla??? : ))
12 anni e 9 mesi fa
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Ecco, qui c'è da fare una riflessione che forse può essere interessante. Nelle persone di cui parli, Elisabetta, c'è incoerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno, ma - presumo - perfetta coerenza tra ciò che fanno e ciò che pensano: se rubano, non rubano per caso o per un impulso irrefrenabile dell'ultimo momento, ma in base ad un piano ben congegnato e organizzato.
Nelle persone in buona fede, invece, può spesso presentarsi un'incoerenza ancora più subdola: quella non tra il dire e il fare, ma tra il pensare e il fare. Per questo è importante esaminarsi a fondo, secondo me. E la cartina di tornasole è sempre il razzolare male.
Questa incoerenza tra il pensare e il fare dipende sempre, però, da una molla di forza superiore al pensiero che fa scattare la volontà. Può essere un vizio (come il fumo), può essere l'ira... addirittura l' amore può condurre a fare l'opposto di ciò che si penserebbe di fare.
In questi ultimi casi, può addirittura succedere che l'azione sia splendida, eroica, mentre semmai si pensava di non compierla: è il caso di chi con decisione improvvisa si lancia nel pericolo per salvare un'altra persona, pur essendo estremamente prudente, o semmai anche timoroso del pericolo...
No, no. E' l'azione a qualificare ciò che siamo, non c'è dubbio.
A me sembra che invece sia proprio il caso di guardarsi attorno.
O no??
Mi spiego: posto che Dio sei tu, ma è anche ciascun altro, beh, allora anziché guardarsi nella fonte come Narcisi, l'attenzione per gli altri dovrebbe essere decuplicata...
Tentiamo di ragionare in termini costruttivi: hai distrutto Dio, e sta bene. E poi, vogliamo tentare di costruire, o rimaniamo seduti sulle macerie con lo sguardo fisso nel nulla??? : ))
Nelle persone in buona fede, invece, può spesso presentarsi un'incoerenza ancora più subdola: quella non tra il dire e il fare, ma tra il pensare e il fare. Per questo è importante esaminarsi a fondo, secondo me. E la cartina di tornasole è sempre il razzolare male.
Questa incoerenza tra il pensare e il fare dipende sempre, però, da una molla di forza superiore al pensiero che fa scattare la volontà. Può essere un vizio (come il fumo), può essere l'ira... addirittura l' amore può condurre a fare l'opposto di ciò che si penserebbe di fare.
In questi ultimi casi, può addirittura succedere che l'azione sia splendida, eroica, mentre semmai si pensava di non compierla: è il caso di chi con decisione improvvisa si lancia nel pericolo per salvare un'altra persona, pur essendo estremamente prudente, o semmai anche timoroso del pericolo...
No, no. E' l'azione a qualificare ciò che siamo, non c'è dubbio.