A mio avviso Ada esprime un dubbio che permane irrisolto.
Nulla è giusto perché è giusto: con la tautologia non si arriva da nessuna parte. E' necessario un metro per valutare ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Questo metro non può essere il dolore: non sempre ciò che è giusto arreca dolore, come non sempre ciò che è doloroso è per ciò solo giusto.
Se il criterio della giustizia è un criterio etico, questo criterio va espresso, e non lasciato al sentire individuale, cioè a quanto di più nebuloso ed ingannevole possa esistere. Basti pensare che Bin Laden e i suoi accoliti ritenevano "giusto" abbattere le torri gemelle, e HANNO DATO LA VITA per questo “ideale”.
L'etica cristiana è secondo me l'unica adatta alla bisogna. Ritengo perciò molto importante chiarire in questo senso il dubbio di Ada. Solo l'amore del prossimo, Ada, unitamente all'amore DEL NEMICO E DEL PERSECUTORE, è INEVITABILMENTE giusto.
Esprimo dunque con la massima chiarezza il mio pensiero: l’AMORE INCONDIZIONATO è l'unica cartina di tornasole di ciò che è giusto. Amore e giustizia coincidono. Tutto il resto è vanità, illusione e follia.
13 anni e 3 mesi fa
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Sono d'accordo che la parola amore viene sempre più di frequente banalizzata. Tuttavia credo che Shakespeare sia una garanzia in contrario: quindi questa frase mi sembra al di sopra di ogni sospetto. Personalmente, mi sembra ancor più banalizzata la parola "lacrime": qui è pieno di gente che piange, e io ne sono letteralmente sommerso. C......a.....vo...lo !!! : ))
Quanto all'insofferenza... sfido io, con quasi 40 gradi di calore, a non esserlo... : )))
P.S.: la mia prolissità è solo direttamente proporzionale alla confusione mentale degli interlocutori. Niente confusione mentale, niente prolissità. Lo giuro.
13 anni e 3 mesi fa
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Altro che la felicità di Schopenhauer: questi sì che sono i difetti innati degli esseri umani... E' vero, Donatella: questi soggetti, prima che tentare di convincere gli altri, convincono se stessi.
Essi sono GLI INFALLIBILI. : )))
13 anni e 4 mesi fa
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Ma... il tuo commento numero 4 non era forse una excusatio non petita...?? Perché avrebbero dovuto pensare a te, e non, ad esempio, ad altri frequentatori del sito? ...Soffri di "coda di paglia", Vicié??? : ))))))
Io, ad esempio, mai penserei che abbiano potuto riferirsi a me... ; ))))
13 anni e 3 mesi fa
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L'amore è un reciproco donarsi senza condizioni.
Quando alla gioia del darsi subentra la valutazione di ciò che (a qualsiasi livello) si riceve, nella migliore delle ipotesi è finito l'amore.
Nella peggiore, non c'è mai stato.
13 anni e 4 mesi fa
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Nulla è giusto perché è giusto: con la tautologia non si arriva da nessuna parte. E' necessario un metro per valutare ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Questo metro non può essere il dolore: non sempre ciò che è giusto arreca dolore, come non sempre ciò che è doloroso è per ciò solo giusto.
Se il criterio della giustizia è un criterio etico, questo criterio va espresso, e non lasciato al sentire individuale, cioè a quanto di più nebuloso ed ingannevole possa esistere. Basti pensare che Bin Laden e i suoi accoliti ritenevano "giusto" abbattere le torri gemelle, e HANNO DATO LA VITA per questo “ideale”.
L'etica cristiana è secondo me l'unica adatta alla bisogna. Ritengo perciò molto importante chiarire in questo senso il dubbio di Ada. Solo l'amore del prossimo, Ada, unitamente all'amore DEL NEMICO E DEL PERSECUTORE, è INEVITABILMENTE giusto.
Esprimo dunque con la massima chiarezza il mio pensiero: l’AMORE INCONDIZIONATO è l'unica cartina di tornasole di ciò che è giusto. Amore e giustizia coincidono. Tutto il resto è vanità, illusione e follia.
Quanto all'insofferenza... sfido io, con quasi 40 gradi di calore, a non esserlo... : )))
P.S.: la mia prolissità è solo direttamente proporzionale alla confusione mentale degli interlocutori. Niente confusione mentale, niente prolissità. Lo giuro.
Essi sono GLI INFALLIBILI. : )))
E poi negano di essere Darwiniste...
Io, ad esempio, mai penserei che abbiano potuto riferirsi a me... ; ))))
Quando alla gioia del darsi subentra la valutazione di ciò che (a qualsiasi livello) si riceve, nella migliore delle ipotesi è finito l'amore.
Nella peggiore, non c'è mai stato.