La psichiatria odierna si è incamminata su una strada senza ritorno: il breviario delle malattie mentali (cioè il vero e proprio libro in uso agli psichiatri, sul quale sono elencate tutte le malattie mentali) cresce sempre più, e tra breve qualsiasi emozione o comportamento, anche l'estro, l'arte, l'amore sarà oggetto di diagnosi e terapia.
Questo errore era già presente nelle visuali dei padri, come dimostrato da questa frase di Jung.
La verità secondo me è che il concetto di "normalità", in campo psicologico (ma spesso anche fisico) è errato sin nelle sue radici, nel senso che è un punto di riferimento estremamente evanescente: e finché la psicologia continuerà ad appoggiarsi a questo parametro non riuscirà a comprendere il fenomeno vita e il fenomeno uomo nel suo insieme...
E non uscirà mai dal suo orgoglioso, medioevale e PERICOLOSISSIMO delirio di onnipotenza.
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 13) di altri utenti.
E bravo Vincenzo. Una volta tanto concordo perfettamente con la tua visuale.
Dobbiamo prima sforzarci di divenire luce; poi, con la nostra fiammella accesa, tentare di fare strada, senza paura nè rispetti umani, a tutti coloro che ci circondano. Soprattutto a coloro che ce lo chiedono.
L'unico problema è... luce al neon, a basso consumo, ad arco fotovoltaico... ??
Tuttavia, se si è sinceri e in buona fede, sempre luce è... :)
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Certo, Giulio, è possibile che l'autore della frase sia altrettanto sfigato (quanto alla sua infanzia) che impedito (quanto alla sua maturità) circa il modo di comunicare i suoi stati d'animo...
Tuttavia, un fatto è certo: avrà pensato le cose più nobili e degne di considerazione, ma qui c'è una frase, e a quella dobbiamo fare riferimento.
E la frase è di una assurdità inquietante. Non ci voleva Dante Alighieri per scrivere: "Chi sogna un'infanzia diversa da quella che ha avuto, probabilmente non ha mai vissuto un'infanzia". Sarebbe stato ugualmente iperbolico, ma almeno concettualmente corretto. Non a livello di stile, nè di forma, ma di CONTENUTO (sempre relativamente alla tua funambolica interpretazione).
Le parole sono fatte per comunicare il pensiero, non per tentare di farlo, lasciando agli altri il compito di porre in essere acrobazie interpretative al fine di risalire ad un pensiero del tutto ipotetico, perché non espresso.
Questa fase l'uomo l'ha superata, per grazia di Dio, quando ha superato l'epoca dei grugniti inarticolati.
Insomma: fosse l'autore uno scimmione, ti capirei. Diversamente, si chiarisca le idee prima di tentare di chiarirle agli altri pontificando di infanzie non vissute.
Frase del giorno...
Ma per piacere...
Quanto meno del secolo !!! : )))))
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 5) di altri utenti.
Comunque, ad onor del vero, questa risposta la condivido...
Questo errore era già presente nelle visuali dei padri, come dimostrato da questa frase di Jung.
La verità secondo me è che il concetto di "normalità", in campo psicologico (ma spesso anche fisico) è errato sin nelle sue radici, nel senso che è un punto di riferimento estremamente evanescente: e finché la psicologia continuerà ad appoggiarsi a questo parametro non riuscirà a comprendere il fenomeno vita e il fenomeno uomo nel suo insieme...
E non uscirà mai dal suo orgoglioso, medioevale e PERICOLOSISSIMO delirio di onnipotenza.
Dobbiamo prima sforzarci di divenire luce; poi, con la nostra fiammella accesa, tentare di fare strada, senza paura nè rispetti umani, a tutti coloro che ci circondano. Soprattutto a coloro che ce lo chiedono.
L'unico problema è... luce al neon, a basso consumo, ad arco fotovoltaico... ??
Tuttavia, se si è sinceri e in buona fede, sempre luce è... :)
Tuttavia, un fatto è certo: avrà pensato le cose più nobili e degne di considerazione, ma qui c'è una frase, e a quella dobbiamo fare riferimento.
E la frase è di una assurdità inquietante. Non ci voleva Dante Alighieri per scrivere: "Chi sogna un'infanzia diversa da quella che ha avuto, probabilmente non ha mai vissuto un'infanzia". Sarebbe stato ugualmente iperbolico, ma almeno concettualmente corretto. Non a livello di stile, nè di forma, ma di CONTENUTO (sempre relativamente alla tua funambolica interpretazione).
Le parole sono fatte per comunicare il pensiero, non per tentare di farlo, lasciando agli altri il compito di porre in essere acrobazie interpretative al fine di risalire ad un pensiero del tutto ipotetico, perché non espresso.
Questa fase l'uomo l'ha superata, per grazia di Dio, quando ha superato l'epoca dei grugniti inarticolati.
Insomma: fosse l'autore uno scimmione, ti capirei. Diversamente, si chiarisca le idee prima di tentare di chiarirle agli altri pontificando di infanzie non vissute.
Frase del giorno...
Ma per piacere...
Quanto meno del secolo !!! : )))))