Giuseppe Freda

Nella frase "La gente che ha nostalgia della propria..." di Bill Watterson
Giulio, questo è un aforisma, non una poesia: esprime un pensiero, non un sentimento.
Il sentimento (poesia) può ben essere oggetto di interpretazione circa quanto abbia inteso dire l'autore. L'aforisma no: proprio perché esprime un pensiero, deve comunicare con immediatezza, chiaramente e in poche battute un concetto o un'idea.
   I problemi di questa frase sono i seguenti:
1) Non esiste essere umano che non abbia mai vissuto un'infanzia.
2) La nostalgia dell'infanzia è tipica di chi abbia avuto un'infanzia felice: di chi insomma una infanzia l'abbia avuta, e come. Nella maggior parte dei casi, cioè, ha nostalgia dell'infanzia chi l'infanzia l'ha avuta e come.
3) Anche ammettendo che il termine nostalgia, in un sussulto di volontario analfabetismo, possa essere inteso come attinente a un desiderio (nella specie: di un'infanzia migliore) e non a fatti vissuti, e quindi esprimere anche il sentire di chi abbia avuto un'infanzia travagliata (e quindi, facendo passare l'iperbole dell'autore, "non abbia avuto un'infanzia"), non muterebbero neanche di una virgola le obiezioni 1 e 2.
   Conclusione: questa frase non ha alcun significato. E la gente che dà voti bassi non segue correnti o pseudosapienze, ma semplicemente percepisce il nulla che la frase esprime, e valuta di conseguenza.
    Un sommesso consiglio: rigore logico. Senza il quale si può dire (ma soprattutto, che è peggio, accettare) tutto e il contrario di tutto. Ma rigore logico soprattutto nel capire perché ti accanisci a difesa di questa frase. Io colgo la stranezza, ma non riesco ad arrivare al perché. Se tu viceversa analizzi in maniera asettica il meccanismo mentale che ti conduce a volerla salvare ad ogni costo, potresti arrivarci, e potrebbe essere una scoperta interessante.
13 anni e 3 mesi fa
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Nella frase "Per risanare l'economia occorre far..." di Flavia Ricucci
No... io, tra un raglio e l'altro, faccio parte...
un pò degli stregoni, un pò degli stregati !!...    : )))
13 anni e 3 mesi fa
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Nella frase "Quelli che non hanno loro concetti, tendono ad..." di Paul Mehis
Vincenzo, hai scritto: "Non vedono l'ora che qualcuno gli dica : fai come sei e non ti preoccupare di niente."
Glielo dico io.
Perché fare diversamente da "come sei" è solo ipocrisia.
Io dico: fai come sei, e costruisci te stesso.
Se noi non agiamo e ci manifestiamo a noi stessi e agli altri per ciò che siamo, saremo solo vernice, e bloccheremo la nostra crescita interiore. Agire per ciò che si è e si desidera, cioè essere autentici, è la prima condizione di progresso.
Quanto ai grandi del passato, e alle loro idee, esse vanno ruminate, filtrate per renderle proprie SENZA TIMORE DI MODIFICARLE. I grandi del passato sono "del passato": nel presente ci siamo noi, che dobbiamo diventare NOI STESSI. Accettare le idee altrui in virtù dell'ipse dixit o per seguire il gregge non serve a nulla: FINCHE' NON GOVERNEREMO IL TIMONE DELLA NOSTRA BARCA NON SAREMO NAVIGANTI...
    Il mio accordo con Paul Mehis è TOTALE.
    Circa le tue idee, segnatamente circa il tuo timore che il "volgo", il "popolo" rimanga privo di guida in preda alle peggiori passioni, non ti accorgi che il tuo Nietsche, con l'esaltazione della elite dei migliori, è quanto di più antidemocratico, retrivo e codino possa esistere? Anche i sacerdoti della dea Iside la pensavano così (ancor prima di altri sacerdoti).
    Kind regards.  : )))
13 anni e 3 mesi fa
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Nella frase "Quando darai consigli sarai tacciato di..." di Rossella Porro
Vincenzo, dammene atto: ho sempre fatto professione di umiltà, e dunque la mia scuola è innanzitutto scuola di umiltà...
     E poi un'altra cosa: non ho impartito nozioni, ma elaborazioni, insomma... me stesso.
     Nel merito della frase concordo con francesco paolo: la cosa migliore è fare entrambe le cose, ascoltare e consigliare: e - aggiungerei - ascoltare con attenzione e senza sufficienza, consigliare con umiltà e senza supponenza.
13 anni e 3 mesi fa
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