Tornando a Parmenide, invece, tutto ci appare chiaro:
1) solo Dio (l’essere) è, cioè solo Dio esiste;
2) tutto ciò che di molteplice esiste (noi, gli animali, gli alberi, la materia), in tanto esiste, in quanto partecipe dell’essere, cioè di Dio;
3) il divenire (cioè il tempo e gli effetti che esso produce) è mera apparenza: nel senso che non è essere, ma apparenza dell’essere, modo molteplice in cui l’essere si manifesta (a noi povera gente).
Nulla esclude, naturalmente, che questo divenire (che – attenzione – prima di essere tempo è materia, perché abbiamo visto che il tempo è una dimensione della realtà materiale), che questo divenire, dicevo, abbia una sua logica, che viene appunto indagata dalla scienza.
Questa conclusione concilia perfettamente scienza e filosofia.
Ma perché questo non avviene anche a livello della cultura paludata?
Per virtù della follia della specializzazione. Al mondo ci sono o scienziati che parlano tosco, o filosofi che parlano ancora più tosco. Ciascuna di queste categoria “sprezza il volgo profano”, e sprezza anche l’altra. E l’uomo rimane solo, con una realtà lontana, inaccessibile, che non gli appartiene. Con un po’ di umiltà interdisciplinare, invece, e anche di pazienza e di buona volontà, i milioni di elementi, di informazioni di cui oggi siamo in possesso (siamo nani sulle spalle di gifanti, non dimentichiamolo!) potrebbero essere usati per costruire un’interpretazione superiore della realtà.
Non è forse questo il succo del gioco delle perle di vetro (Hermann Hesse: perché buttarlo alle ortiche?).
PS: Non credo di aver trovato; credo solo che è questa la via per indirizzare una ricerca RAZIONALE. Il cuore è altra cosa, ma mi rendo conto che si possa aver bisogno di qualcosa di razionale su cui poggiare il piede per spiccare il volo. Quanto poi ad Aristotele, non lo chiamerei in causa. Già cui ha fregati per 1500 anni con il sistema tolemaico. Grazie a lui siamo finiti nel Medioevo, uscendone a fatica. Il Don Ferrante dei Promessi Sposi è morto maledicendo le stelle per avere, con lui, ritenuto che la peste non fosse né sostanza, né accidente. No, no, Aristotele è “sistema”, ed è un sistema superato. Parmenide invece è acqua semplice, lineare, freschissima e razionalmente inconfutabile.
E mi viene alla mente Diodoro Crono; ma lo rinvio a miglior tempo, per evitare la… fucilazione.
A me non pare parli di volersene disfare, ma di volerli custodire in un cassetto, dove diverranno polvere: stardust, polvere di stelle.
Cosa preziosissima, da non gettare via.
(Sorte che invece meriterebbero taluni libri)
Neanche la fede, secondo me, conduce da sola a Dio: o meglio, con la sola fede ognuno può invasarsi della fede che vuole, ce ne sono esempi a non finire nella storia (anche nel campo di pseudo religioni cristiane). Secondo me ci vogliono a braccetto tutte e due: fede e ragione. Se poi c'è un terzo elemento, la percezione, ancora meglio. Ma di questo tertium quid mi sono ripromesso di non parlare per ora.
Gli animali: secondo me hanno lo spirito anche loro. L'ho detto in un altro commento, che se un domani mi ammettono in Paradiso senza i cani e i gatti che ho amato, faccio fagotto e me ne vado.
Perché ne ho parlato. Te lo spiego. Ho avuto 3 animali cari, due cani e un gatto. Non sono uno che li va a cercare: sono loro che cercano me, e io li tengo con me come amici. Ebbene, ben due di questi tre avevano percezioni strane. Ma torniamo ad un argomento che preferisco non toccare ora. Comunque, per sintetizzare: almeno quei due avevano percezione di qualcosa di diverso, di superiore alla sfera della ordinaria percezione. Non dico di Dio, per carità; ma fiutavano situazioni particolari, in certe situazioni particolari. Ecco perché ho parlato degli animali.
Ultimo: non sono della nobile associazione "oppiacei per tutti alla modica cifra di quattro o cinque omelie all'anno". : )) Sono semplicemente uno che ha cercato (e cerca ancora), qualcosa ha trovato, e mette a disposizione i suoi percorsi, e - perché no - se richiesto, le sue esperienze e i suoi progetti. Ognuno è quello che è, ha vissuto ciò che ha vissuto, vede e sente quello che vede e sente.
Comunque non faccio proselitismo: anche perché non saprei in quale associazione portare l'eventuale proselita, se non in quella del cammino e della ricerca personale.
That's all.
1) solo Dio (l’essere) è, cioè solo Dio esiste;
2) tutto ciò che di molteplice esiste (noi, gli animali, gli alberi, la materia), in tanto esiste, in quanto partecipe dell’essere, cioè di Dio;
3) il divenire (cioè il tempo e gli effetti che esso produce) è mera apparenza: nel senso che non è essere, ma apparenza dell’essere, modo molteplice in cui l’essere si manifesta (a noi povera gente).
Nulla esclude, naturalmente, che questo divenire (che – attenzione – prima di essere tempo è materia, perché abbiamo visto che il tempo è una dimensione della realtà materiale), che questo divenire, dicevo, abbia una sua logica, che viene appunto indagata dalla scienza.
Questa conclusione concilia perfettamente scienza e filosofia.
Ma perché questo non avviene anche a livello della cultura paludata?
Per virtù della follia della specializzazione. Al mondo ci sono o scienziati che parlano tosco, o filosofi che parlano ancora più tosco. Ciascuna di queste categoria “sprezza il volgo profano”, e sprezza anche l’altra. E l’uomo rimane solo, con una realtà lontana, inaccessibile, che non gli appartiene. Con un po’ di umiltà interdisciplinare, invece, e anche di pazienza e di buona volontà, i milioni di elementi, di informazioni di cui oggi siamo in possesso (siamo nani sulle spalle di gifanti, non dimentichiamolo!) potrebbero essere usati per costruire un’interpretazione superiore della realtà.
Non è forse questo il succo del gioco delle perle di vetro (Hermann Hesse: perché buttarlo alle ortiche?).
PS: Non credo di aver trovato; credo solo che è questa la via per indirizzare una ricerca RAZIONALE. Il cuore è altra cosa, ma mi rendo conto che si possa aver bisogno di qualcosa di razionale su cui poggiare il piede per spiccare il volo. Quanto poi ad Aristotele, non lo chiamerei in causa. Già cui ha fregati per 1500 anni con il sistema tolemaico. Grazie a lui siamo finiti nel Medioevo, uscendone a fatica. Il Don Ferrante dei Promessi Sposi è morto maledicendo le stelle per avere, con lui, ritenuto che la peste non fosse né sostanza, né accidente. No, no, Aristotele è “sistema”, ed è un sistema superato. Parmenide invece è acqua semplice, lineare, freschissima e razionalmente inconfutabile.
E mi viene alla mente Diodoro Crono; ma lo rinvio a miglior tempo, per evitare la… fucilazione.
Cosa preziosissima, da non gettare via.
(Sorte che invece meriterebbero taluni libri)
Gli animali: secondo me hanno lo spirito anche loro. L'ho detto in un altro commento, che se un domani mi ammettono in Paradiso senza i cani e i gatti che ho amato, faccio fagotto e me ne vado.
Perché ne ho parlato. Te lo spiego. Ho avuto 3 animali cari, due cani e un gatto. Non sono uno che li va a cercare: sono loro che cercano me, e io li tengo con me come amici. Ebbene, ben due di questi tre avevano percezioni strane. Ma torniamo ad un argomento che preferisco non toccare ora. Comunque, per sintetizzare: almeno quei due avevano percezione di qualcosa di diverso, di superiore alla sfera della ordinaria percezione. Non dico di Dio, per carità; ma fiutavano situazioni particolari, in certe situazioni particolari. Ecco perché ho parlato degli animali.
Ultimo: non sono della nobile associazione "oppiacei per tutti alla modica cifra di quattro o cinque omelie all'anno". : )) Sono semplicemente uno che ha cercato (e cerca ancora), qualcosa ha trovato, e mette a disposizione i suoi percorsi, e - perché no - se richiesto, le sue esperienze e i suoi progetti. Ognuno è quello che è, ha vissuto ciò che ha vissuto, vede e sente quello che vede e sente.
Comunque non faccio proselitismo: anche perché non saprei in quale associazione portare l'eventuale proselita, se non in quella del cammino e della ricerca personale.
That's all.