Il dolore, da solo, non conduce con certezza a Dio; anzi, può avere un effetto contrario, perché può indurre a pensare: "Come ha potuto Dio permettere tutto questo?"
Ma il dolore vissuto con serenità nella certezza di un destino superiore, il dolore che riesce a valicare l' evento contingente, e a proiettarsi nell' assoluto: quello sì che ha una forza trascinante irresistibile.
E' un dono. E' Dio in persona.
Sei stata molto fortunata, Dana. Anzi, più che fortunata: prescelta. Hai davvero incontrato Dio, in quella casa. : )))))
PS: queste cose le conosco. Hai fatto piangere anche me. Di gioia.
13 anni e 6 mesi fa
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Ahimé, io già sono travolto. Ho una tribù di zulù (ma di quelli tosti) che ha preso possesso del primo piano della casa in cui abito.. La Domenica sono canti tribali che, se ti affacci alla finestra, vedi i bao-bab...
Però è bello. Viaggio gratis. E poi, sono simpatici.
Ho fraternizzato.
Solo ho dovuto fargli gentilmente capire che il cane non lo tenevo per mangiarmelo a Natale.
13 anni e 6 mesi fa
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La verità non può avere una valenza meramente individuale. Deve per forza essere UNICA. Altrimenti non sarebbe LA verità, ma UNA verità, il che è espressione priva di significato alcuno. O meglio, un significato lo avrebbe: il dominio della follia e del caos.
Dunque, e senza tema di smentite, tu stai parlando di un’ UNICA verità comune a tutti.
Ma vuoi dire anche un'altra cosa: che questa verità non è un qualcosa di diverso o distante da noi, qualcosa di ESTERNO a noi, ma ha attinenza con noi stessi, siamo noi stessi.
Dunque, quando parli di "credere" alla verità, ti riferisci a prestar fede a qualcosa di esterno.
Fin qui, io concordo perfettamente con te.
Tuttavia, tu stesso ammetti che molti uomini "credono" nella verità, dunque in qualcosa di esterno, di altro da loro.
Questo mi pare comprovi una cosa: che nel tuo pensiero essi sono la verità, ma NON SE NE RENDONO CONTO.
Stando così le cose (dico: se molti non se ne rendono conto), tu stesso dici che la verità che ciascuno reca in sé è un fatto recondito, nascosto, che bisogna portare alla luce.
E allora tentiamo una riflessione.
La Luna si trova a 384.000 Km. di distanza, e l'uomo vi è andato. Ma, scavando nella Terra, non è riuscito ad arrivare neanche a 1000 Km. di profondità.
Voglio dire che scavare dentro è spesso più difficile di cercare fuori.
Dunque ricapitoliamo.
C'è una verità UNICA E COMUNE, nascosta DENTRO ciascuno di noi.
A questo mi sembra che arriviamo.
Dici bene anche quando, per paradosso, affermi che questa verità senza l'uomo è niente. Se ti riferisci all'umanità in generale, è infatti evidente che, quand'anche questa verità vi fosse, nessuno la potrebbe percepire; ma anche a livello individuale, nel momento in cui l'individuo non esiste più, per quell'individuo (salvo si muti in altro, che però razionalmente non conosciamo) non esiste più nè vero nè alcunché, perché nulla può percepire.
Sembriamo dunque perfettamente d'accordo; ma vi è da fare ancora un altro passo, molto importante: definire IN CHE COSA CONSISTA questa verità; altrimenti avremo fin qui parlato solo di nuvole.
Tu dici: TU SOLO SEI LA VERITA’. Ma è evidentemente una frase sibillina, una frase ad effetto. Io non potrò mai andare per via e dire al primo che passa: "io sono la verità": pena l'esser preso per pazzo.
Neanche, come abbiamo detto sopra, può esistere verità individuale, se non COMUNE a tutti.
Si tratta dunque di definire in che consista questa verità COMUNE, che è DENTRO ciascuno di noi..
Sono dunque d'accordo con la frase; ma essa è al momento un recipiente, adatto a qualsiasi contenuto.
E' questo contenuto che bisogna precisare.
Ci vuole dunque un'altra frase.
Ed è quello che vado predicando da tempo: le poche parole vanno bene a livello poetico, per evocare immagini; ma quando ragioniamo, di parole ce ne vogliono molte, se non vogliamo rischiare di concordare o andare in discordia su semplici nuvole.
Sospetto perciò sempre degli aforismi: sono meri esercizi verbali, fonti potenziali di ogni genere di malinteso. : )))))
13 anni e 6 mesi fa
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Carissimo Giulio, in quel "...per ora" colgo che stai lì a pensare che, prima o poi, io possa tentare di propinarti soluzioni preconfezionate, o semmai un po' di olio di fegato di merluzzo dello spirito... : )))
Vediamo... sì, ho anche quello nella bisaccia, ma serve solo in casi eccezionalissimi..
E poi non mi permetterei mai....
Avrai capito che non sono tipo da dare purghe, salvo non mi vengano richieste... : )))))))))))))
13 anni e 6 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Eh, purtroppo il rischio è proprio questo: non sapere come andrà a finire.
Sotto altro aspetto, non credo possa esistere qualcuno che non abbia mai rischiato.
Il rischio e la gara sono un elemento della vita stessa. Ognuno di noi esiste perché ha vinto una lotteria contro milioni di altri spermatozoi.
Del pari, ognuno di noi prima o poi perderà la gara finale per la vita.
Di fronte a queste evidenze, cosa significa non rischiare?
Il rischio, piuttosto, va calcolato. Ma non correrlo è pura illusione.
13 anni e 6 mesi fa
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Ma il dolore vissuto con serenità nella certezza di un destino superiore, il dolore che riesce a valicare l' evento contingente, e a proiettarsi nell' assoluto: quello sì che ha una forza trascinante irresistibile.
E' un dono. E' Dio in persona.
Sei stata molto fortunata, Dana. Anzi, più che fortunata: prescelta. Hai davvero incontrato Dio, in quella casa. : )))))
PS: queste cose le conosco. Hai fatto piangere anche me. Di gioia.
Però è bello. Viaggio gratis. E poi, sono simpatici.
Ho fraternizzato.
Solo ho dovuto fargli gentilmente capire che il cane non lo tenevo per mangiarmelo a Natale.
Dunque, e senza tema di smentite, tu stai parlando di un’ UNICA verità comune a tutti.
Ma vuoi dire anche un'altra cosa: che questa verità non è un qualcosa di diverso o distante da noi, qualcosa di ESTERNO a noi, ma ha attinenza con noi stessi, siamo noi stessi.
Dunque, quando parli di "credere" alla verità, ti riferisci a prestar fede a qualcosa di esterno.
Fin qui, io concordo perfettamente con te.
Tuttavia, tu stesso ammetti che molti uomini "credono" nella verità, dunque in qualcosa di esterno, di altro da loro.
Questo mi pare comprovi una cosa: che nel tuo pensiero essi sono la verità, ma NON SE NE RENDONO CONTO.
Stando così le cose (dico: se molti non se ne rendono conto), tu stesso dici che la verità che ciascuno reca in sé è un fatto recondito, nascosto, che bisogna portare alla luce.
E allora tentiamo una riflessione.
La Luna si trova a 384.000 Km. di distanza, e l'uomo vi è andato. Ma, scavando nella Terra, non è riuscito ad arrivare neanche a 1000 Km. di profondità.
Voglio dire che scavare dentro è spesso più difficile di cercare fuori.
Dunque ricapitoliamo.
C'è una verità UNICA E COMUNE, nascosta DENTRO ciascuno di noi.
A questo mi sembra che arriviamo.
Dici bene anche quando, per paradosso, affermi che questa verità senza l'uomo è niente. Se ti riferisci all'umanità in generale, è infatti evidente che, quand'anche questa verità vi fosse, nessuno la potrebbe percepire; ma anche a livello individuale, nel momento in cui l'individuo non esiste più, per quell'individuo (salvo si muti in altro, che però razionalmente non conosciamo) non esiste più nè vero nè alcunché, perché nulla può percepire.
Sembriamo dunque perfettamente d'accordo; ma vi è da fare ancora un altro passo, molto importante: definire IN CHE COSA CONSISTA questa verità; altrimenti avremo fin qui parlato solo di nuvole.
Tu dici: TU SOLO SEI LA VERITA’. Ma è evidentemente una frase sibillina, una frase ad effetto. Io non potrò mai andare per via e dire al primo che passa: "io sono la verità": pena l'esser preso per pazzo.
Neanche, come abbiamo detto sopra, può esistere verità individuale, se non COMUNE a tutti.
Si tratta dunque di definire in che consista questa verità COMUNE, che è DENTRO ciascuno di noi..
Sono dunque d'accordo con la frase; ma essa è al momento un recipiente, adatto a qualsiasi contenuto.
E' questo contenuto che bisogna precisare.
Ci vuole dunque un'altra frase.
Ed è quello che vado predicando da tempo: le poche parole vanno bene a livello poetico, per evocare immagini; ma quando ragioniamo, di parole ce ne vogliono molte, se non vogliamo rischiare di concordare o andare in discordia su semplici nuvole.
Sospetto perciò sempre degli aforismi: sono meri esercizi verbali, fonti potenziali di ogni genere di malinteso. : )))))
Vediamo... sì, ho anche quello nella bisaccia, ma serve solo in casi eccezionalissimi..
E poi non mi permetterei mai....
Avrai capito che non sono tipo da dare purghe, salvo non mi vengano richieste... : )))))))))))))
Sotto altro aspetto, non credo possa esistere qualcuno che non abbia mai rischiato.
Il rischio e la gara sono un elemento della vita stessa. Ognuno di noi esiste perché ha vinto una lotteria contro milioni di altri spermatozoi.
Del pari, ognuno di noi prima o poi perderà la gara finale per la vita.
Di fronte a queste evidenze, cosa significa non rischiare?
Il rischio, piuttosto, va calcolato. Ma non correrlo è pura illusione.