Qui si presuppone d'essere già giunti a distinguer'il vero dal falso, idea smentita dall'intera Storia ch'al massimo si limit'a separare le menzogne in buona fede dall'altre.
Un bene che non regge la prova del dubbio non è un vero bene, il dubbio metodic'o sistematico è nato proprio per svolgere tale funzione di discernimento. Tutt'il resto è dogmatismo, fondamentalismo, fideismo, veritativismo. A ciascuno la rogna che si merita.
7 anni e 7 mesi fa
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K. è in "vacanza coatta" (sic). Posso rispondere io:
Aprile è il più crudele dei mesi, genera
lillà da terra morta, confondendo
memoria e desiderio, risvegliando
le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
con immemore neve la terra, nutrì
con secchi tuberi una vita misera.
L’estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
e proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
e bevemmo caffè, e parlammo un’ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini stavamo presso l’arciduca,
mio cugino, che mi condusse in slitta,
e ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d’inverno vado nel sud. …………………………………………..
T.S. Eliot, “La terra desolata”, 1922
7 anni e 7 mesi fa
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Zalone non è un paleoantropologo, il quale invece avrebbe replicato a Morandi (Mogol): "Non ce l'ha ancora fatta nessuno s'una stima di 140 miliardi d'esseri umani già vissuti (e morti)". E Zalone è ancor meno un soteriologo, il quale sarebbe giunto a obiettare: "O [tutto e] tutti o [nulla e] nessuno" (1Corinzi 15, 28).
Canzoncine, filmetti.
Auspìci di massa, vane attese.
Aprile è il più crudele dei mesi, genera
lillà da terra morta, confondendo
memoria e desiderio, risvegliando
le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
con immemore neve la terra, nutrì
con secchi tuberi una vita misera.
L’estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
e proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
e bevemmo caffè, e parlammo un’ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini stavamo presso l’arciduca,
mio cugino, che mi condusse in slitta,
e ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d’inverno vado nel sud.
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T.S. Eliot, “La terra desolata”, 1922
Canzoncine, filmetti.
Auspìci di massa, vane attese.