Autocritica "biblicamente" devastante. Nei punti topici, quelli dove lo spirito creativo arriva e scompare senza mai un perché, la commozione si fa incontenibile. "Sic transit gloria mundi", e i Gallagher non lo nascondono con una ferocia tremenda.
7 anni e 8 mesi fa
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Narrando le vicende/vicissitudini di due protagonisti legati da un destino di reciprocità, "Unbreakable" descrive con esemplare chiarezza l'idea d'un disastroso equilibrio cosmico fra guadagni e perdite. David Dunn ed Elijah Price sono, loro malgrado, l'opposto e il completamento l'uno dell'altro secondo una superiore e vessatoria legge universale di compensazione. Entrambi scoprono di trovarsi ai poli antitetici lungo il medesimo asse, perciò se a Willis è concesso il potere della (quasi) invulnerabilità e della chiaroveggenza, che lo consacra a una sorte da paladino della Giustizia, viceversa Jackson presenta una patologia che ne rende la massa scheletrica estremamente fragile, mentre la sua volontà è oltremodo salda e solida nel perseguire l'obiettivo prefissato a scapito di centinaia di vittime. Tuttavia il dono infuso a Dunn è soltanto apparente, poiché egl'incarna un "supereroe" incapace di gestire la propria vita e dall'interiorità forse più precaria delle ossa de "L'Uomo di Vetro": un semidio che per giunta nulla può retroattivamente contro le stragi perpetrate dall'amico/rivale, riuscend'a malapena nel limitare i danni delle sciagure senza però potervi porre un vero rimedio. Nonostante la coppia white & black arrivi a giudicare se stessa e ogn'altra cosa dalla corretta prospettiva, quella di cui sarebbero capaci i bambini (cfr. le inquadrature capovolte), il chiarificatorio raffronto conclusivo sembrerebbe tra loser accomunati da un'identica tar'ancestrale: così diversi nei rispettivi ruoli, così simili nell'impotenza di fronte a un Destino tutt'altro che proverbialmente cieco. A ben vedere, infatti, il convergere fra la gravosa missione intrapresa da Dunn e la ragione dei barbari eccidi commessi per un lucido scopo da Price lascia il campo aperto all'ipotesi che valori positivi e negativi quantomeno si bilancino nella patta d'una somma zero, come farebbe altresì intendere la netta posizione della moglie Audrey contr'i giochi senz'esclusione di colpi. Film dai contenuti di notevole portata, benché in parte offuscati dalla solita faziosa visuale registica sui putèi. Prendendo atto che per una volta Shyamalan non ha divagato in riflessioni buoniste o da bignami di psicologia, è comunque oro che cola.
"Nessuna donna reagisce a questa insensata buffonata dei due padri, con la madre che viene buttata via, usata e pagata come una puttàna, e le si prende un bambino strappandolo dal ventre, le donne non ha[nno] reagito a questa cosa. [...] L’unica battaglia che le donne dovrebbero fare l’otto marzo è per restituire i bambini alle madri e impedire che la violenza inaudita del denaro faccia sì che le donne siano prostìtute non soltanto per dare piacere ma anche per dare un figlio tenuto per nove mesi nella pancia" (cit).
Il peggiore di Faenza, il suo personale record negativo: ci s'impegna o gli viene spontaneo scender'ogni volt'a livelli sempre più subtelevisivi? Lo distribuisse su Snapchat, almeno sopravvive solo 24 h.
"Barriere paga il prezzo del suo procedere verboso, la ridondanza di certi temi, l'esagerata lunghezza, la limitante struttura della cornice teatral'e la pesantezza d'un protagonista che nulla fa per farsi piacere." Zavorrato da una logorroica fluviale staticità, ripetitivo fin'alla nausea, dilatato oltr'ogni umana capacità di resistenza, "punt'anzitutto sulla performance recitativa com'avviene spesso coi film diretti d'attori e tratti da opere per il palcoscenico, ma è incapace di nobilitare col lavoro di mess'in scena e di montaggio una scrittura che confessa subito la propria età, più convenzionale ancora del termine 'classico'. Le sue grandi metafore (lo steccato del titolo in primis), la sua parabola fatta d'un ritmo e svolte molto ordinari'e manieriste, chiamano a gran voce il cinema degl'anni ‘50. E per quanto faccia tutto ciò con una grazia indubbia, evoca lo stesso la forte impressione d'essere davanti a un relitto." Pulitzer & Oscar per una manciata di scene madri da teleNovella.
In collaborazione con Davide Schiavoni
Urna cineraria
Pira funeraria
Forno crematorio
Vermi
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Con amore.