"Der Weg zur Hölle ist mit guten Vorsätzen gepflastert": "la strada dell'inferno è lastricata di venerabili intenzioni". Marx afferma di citare dalla p. 98 del libro di Stirner "Der Einzige und sein Eigentum" ("L'unico e la sua proprietà"), dove però la frase non ha la parola inferno/Hölle bensì rovina/Verderben, in inglese: "The road to ruin is paved with good intentions"). Premesso che su internet si trovano attribuzioni che vanno da Ovidio a Dante senza però mai un riferimento biografico, forse l'interesse dell'utente Marcello Olivieri era dovuto allo scarto in Marx fra tale citazione e il determinismo storico ch'aveva ereditato da Hegel sostituendo lo Spirito Assoluto col materialismo. In realtà il determinismo storico marxiano è feuerbachianamente antropocentrico, per cui la necessità nella Storia implica sempre l'intervento d'una forza umana, personale o collettiva. Ciò spiegherebbe alcune cose: 1) perché Marx non si limitò a descrivere un decorso fatale degl'eventi m'agì per cercare di contribuire alla loro realizzazione; 2) perché abbia sottoscritto l'aforisma stirneriano: l'interazione collettiva fra gl'interventi di tutte le soggettività crea un "parallelogramma delle forze" che può traviare completamente l'intenzionalità dei singoli; 3) "questo” Marx non è quello che in Italia l'Antiseri insegna sui suoi testi divulgativi e specialistici, per liceali, universitari e specializzandi.
Dalla "Flatlandia" postmoderna col suo abnorme tasso di superficialità, ecco sorger'il nuovo filone Kübler-Rossiano per adulti: non un'ardita riflessione sulla morte come problema universale, cosmico, metafisico, ma un modello fenomenologico di sopravvivenza e strategia gestionale della famiglia residua. Il vedovo di "Captain Fantastic" (2016) e del mucciniano "Padri e figlie" (2015) sono persino troppo recenti: prima c'è "Alabama Monroe" del 2012 e forse, all'origine, il morettiano "La stanza del figlio" (2001). Su IMDb qualcuno l'ha rititolato "Manchester by the ZZZ". La class'operaia non va in paradiso, Casey Affleck ripropon'il suo pony da battaglia del depresso cronico, qui affetto e afflitto da un disturbo post-traumatico da stress, e Kenneth Lonergan intoppa nella sindrome da eccessiva prolificità autoriale: 3 film in 16 anni. Si desse pure una calmata. Grazie.
Non c'è nulla di male in sé nei racconti di formazione femminile YA. Il male sta nell'approccio da res'incondizionata alla teologia negativa, all'etica della finitudine, alla "Flatlandia" postmoderna e al suo abnorme tasso di superficialità. Jane Austen ed Emily Brontë dietro a Bella Swan, Katniss, 'Tris' Prior, Lucinda "Luce" Price, col distopico spacciato per utopico e la deformazione per formazione. Lo sdoganamento del "chick flick" coll'aggravante della serialità, un "Twilight biblico". La saga in 5 film "The Prophecy" (1995-2005) sembrav'una scemenza al di sotto del b-movie, m'al confronto va iper-rivalutato non fosse che per la presenza nei primi due capitoli d'uno come Walken. Idem per il pomposo Handke sceneggiatore del wendersiano "Il cielo sopra Berlino" (1987). "Coraggio, il meglio è passato" (Flaiano).
Esistono davvero non trattati ma scaffali di trattati su queste poche parole, ed ero caduto nella tentazione di replicare con una quasi analoga stringatezza aforistica. Impossibile, il tema non lo permette.
https://www.youtube.com/watch?v=-Aj9_8t1eQc