"Non so come spiegarlo... ma dietro la facciata è ancora più incredibile". Il vampiro che voleva essere buono, che andava in giro a salvare la vita delle persone per non sentirsi un mostro...
La nostra relazione non poteva continuare in quel modo, in equilibrio sulla punta di un coltello. Prima o poi saremmo caduti, da una parte o dall'altra della lama, e ciò dipendeva esclusivamente dalle sue scelte, o dai suoi istinti. Io avevo preso una decisione prima ancora di rendermene conto razionalmente ed ero pronta a rispettarla fino in fondo. Perché niente era per me più terrificante, più straziante, del pensiero di allontanarmi da lui.
Le ondate di dolore da cui prima ero stata appena sfiorata ora si innalzavano di fronte a me e mi si infrangevano addosso, trascinandomi giu. E dal fondo non riemersi.
Sgranò gli occhi. "Questo sarebbe il tuo sogno? Diventare un mostro? ". "Non proprio", risposi, rabbuiandomi alla parola che aveva scelto. Mostro, figuriamoci. "Più che altro, sogno di restare con te per sempre". La sua espressione cambiò, resa mesta e dolce dal sottile dolore che m'incrinava la voce. "Bella". Con le dita sfiorò il contorno delle mie labbra. "Starò sempre con te. Non ti basta?" Il sorriso mi si aprì sotto le sue dita. "Mi basta, per ora".
Mi sentivo una luna solitaria, dopo che il mio pianeta era stato distrutto e sbriciolato da un cataclisma, che si ostinava a orbitare attorno a uno spazio vuoto facendosi beffe della gravità.
Mi aggirai per le strade a lungo, senza andare da nessuna parte, pensando a Bella e all'incredibile concessione di averle svelato la verità. Poco tempo prima tremavo all'idea che scoprisse cos'ero. Sapeva. Non le importava. Sebbene fosse evidentemente una cosa negativa per lei, era incredibilmente liberatoria per me. Più che altro, pensai all'amore che lei contraccambiava per me. Non avrebbe potuto amarmi nel modo in cui l'amavo io – di un amore irresistibile, sfrenato e devastante che probabilmente avrebbe schiacciato il suo fragile corpo. Ma si sentiva abbastanza forte. Abbastanza da domare la paura che d'istinto avrebbe dovuto provare. Abbastanza da voler stare con me. E stare con lei era la più grande felicità che avessi mai conosciuto.
Terza opzione: Edward mi amava. Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'essenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui.
Questo era senza dubbio il più eccelso e infimo di tutti i mondi: i sensi migliori, le emozioni più squisite... i desideri più maligni, le imprese più cattive... Forse doveva essere così. Forse senza l'abisso non potevano esserci le vette.