A mare, di notte, il buio ti inghiotte! Lo sguardo si perde nell'oscurità alla ricerca di un orizzonte in quella immensità. Sale un angosciante senso di inadeguatezza e l'unico pensiero va alla ricerca di una luce che, seppur minima, può dare un senso ai tuoi passi. Così si perde il mio cuore quando è nella prova: insicuro, vagando nel suo oscuro cammino, trova te, amore mio luce di quel "Faro" più grande che darà la direzione giusta a "chesta varchetella che è sperduta nmiez o mare"...
Occhi belli e grandi con dentro la speranza di che non sa... Ti affidi a me ed io ti vorrei guidare verso un mondo nuovo dove anch'io vorrei poter restare. Bambina mia, grazie per il tuo incondizionato Amore: Abbandonati a me, con ragionevole affetto, perché anch'io con te sconfiggo le mie brutture e il pugno nell'anima mia si scioglie in carezza, allorquando mi prendi la mano e mi guardi fisso, diritto al mio cuore!
Accoglie un alito di brezza la mia inquietudine, vicino a te, mare... Guizzano i pensieri, mentre antichi e recenti scheletri fluttuando tra le onde vanno e sempre tornano ad infrangersi sugli scogli del mio cuore! La già rara gocciolina di gioia rapidamente evapora, senza lasciar traccia, se non nella ricerca spasmodica e nostalgica di un'altra e un'altra ancora. Il dolore no! Al contrario, resta! Si fissa, si incrosta sulle mie rocce. In attesa di quella gioiosa goccia resta in pena... la mia pena.
Quando il tempo si ferma congela le tue emozioni quando le tue sembianze umane paiono svanire allora ci si accorge di esistere? Tuoni e lampi inaspriscono l'odierna esistenza mentre le scambievoli apparenze colmano il vuoto dipingono tratti altrimenti ciechi demandano a concetti altrimenti infondati. Navigando maniacalmente in un mare di sensazioni l'unica via di fuga è la sorda indifferenza che al pari della diffidenza emargina la sofferenza.
Dalla cavalletta alla paura... alla meraviglia! Un urlo! Il mio! Camminavo e tu cavalletta mi sei saltata addosso... la paura mi hai lasciato e così mi hai dato modo di osservarmi attorno... è forse così che ho potuto scorgere quel tutto attorno a me? Quei colori... quei profumi. Che meraviglia quella paura!
Tace la vita, urla il silenzio del mio nulla! Rimbomba dalla mia fragilità la voce dei ricordi, foto in bianco e nero che riaffiorano da pozzanghere lontane e mai prosciugate: dal mio cuore impolverito, odo l'ugola mia che piange silenziose note. Tace la vita intorno a me. Nessuno ascolta la mia disperazione e annego nella mia solitudine...
Vaste immense distese di stomaco incarnano il lugubre viaggio sembra un miraggio illuminato dalla scia nefasta di una casta lumaca mentre si infrangono i dogmi se ne formano di nuovi se ne troncano di rovi i rovi alle prime armi i rovi con i quali vuoi dannarmi i rovi dell'amarmi.