Scritta da: Mariacarmela Scotti
Riempi il vuoto della mia solitudine con l'insonnia della tua pelle.
Commenta
Riempi il vuoto della mia solitudine con l'insonnia della tua pelle.
E quando il frastuono del giorno cede il passo al silenzio della notte, noi ci ritroviamo faccia a faccia con la nostra anima, con la voce del nostro cuore. Con quelle emozioni, spesso celate dalla maschera di un sorriso di circostanza. Quanto sa essere affollato l'essere soli con noi stessi.
Ci si ritrova soli troppo spesso. Soli tra la gente, in mezzo alle parole, sotto i temporali. Tra sorrisi che troppo spesso sanno di lacrime ingoiate, negli attimi fuggenti che hanno solo un sapore amaro. Soli tra le note di una canzone, in un ricordo che sa di vago. Le persone non andrebbero mai lasciate cosi sole, rischiano di perdersi e non trovarsi mai più. E nessuno merita di sentirsi annullato dalla solitudine.
La solitudine scatena la fantasia.
Silenzio, è di scena la solitudine.
Cosa ne sai dei miei silenzi e delle tante cose che non dico. Che ne sai della solitudine, di tutte le volte che mi sento solo. Tu cosa ne sai. Tu non lo sai, sai solo che la vita continua, ma non sai che non continua per me, da quando so cosa sono i silenzi e la solitudine.
Esistono solitudini difficilmente colmabili, sono quelle che si hanno con sé stessi perché da lì si cresce per poi confrontarsi.
Sai com'è la vita di chi è solo. Semplice come tante altre, ma con una sola differenza: che tu, che non sei solo, se cadi ti aiutano a rialzarti, mentre io mi rialzo da solo.
Non ci libereremo dalla solitudine se non siamo capaci da lottare contro la battaglia che è dentro di noi.
Bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri, altrimenti ci stai perché ne hai bisogno.
Bisogna fare a scuola un'ora di insegnamento alla solitudine, imparare a bastarsi.