Scritto da: Antonio Cuomo
in Diario (Sentimenti)
Dopo esco e raggiungo l'amore della mia vita, tu che fai, vieni?
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Dopo esco e raggiungo l'amore della mia vita, tu che fai, vieni?
Vai da zero a mille, quando a me basterebbe così poco, un cinque, la tua mano alla mia per la vita.
Il mio San Valentino lo voglio dedicare a tutte le donne che hanno creduto e sperato nell'amore, che solo loro sentivano e credevano. A quelle donne derubate delle proprie speranze, maltrattate nella loro dignità e poi alla fine brutalmente uccise. A tutte queste vittime innocenti dedico il mio pensiero. All'amore che ha saputo perdonare chi gli ha tolto la cosa più preziosa che aveva: la Vita. Un inchino di rispetto da parte mia a tutte voi, Donne Eccezionali.
Sono e sarò sempre l'amore che colorerà il mondo, quello lasciato in bianco e nero da qualcuno.
Insieme avevano colorato tutto il mondo, erano pochi i luoghi lasciati in bianco e nero. L'amore disegna capolavori, ovunque riposi il battito del suo cuore.
Sei veramente meravigliosa, non aspettare qualcuno che te lo venga a dire, sei il fiore che non raccolgo mai, sei una giornata piena di sole, un'alba che ruba lo sguardo ai romantici. Un vento leggero che scompiglia la testa, un amore sincero che incanta il cuore. Sei donna e non importa se a volte il mondo non ti sappia apprezzare, sei destinata a perdere molte volte, ma vincerai la battaglia più importante, quella di essere te stessa.
Quello che manca dentro non è sempre compatibile con chi ci vive accanto, ecco perché non ci facciamo sfiorare da chiunque. Amarsi è il disperato bisogno di aversi addosso.
Buongiorno a quelle persone che non sono più con noi. Buongiorno a quell'immenso che ci hanno lasciato. Buongiorno a quei cuori ricchi di umiltà. Buongiorno a chi aveva scritto la storia del nostro paese. Buongiorno ai nostri angeli, a quelle assenze, che quando le incontravi ti raccontavano la vita, come se fosse una poesia. A quelle che adesso ci mancano tanto, perché erano loro capaci di farci sentire importanti, erano loro gli animatori delle nostre feste, erano loro quella felicità che adesso vorremmo ascoltare anche fuori; sì fuori, perché dentro di noi il loro amore non se ne andrà mai via, anche ora che i loro sorrisi non sono più con noi. A questo mare di dolore, basterebbe un abbraccio forte del loro sincero amore.
Se avessi dovuto vivere la vita di alcuni, avrei preferito non venire al mondo.
Aveva bisogno di lui, ma si sentiva con altri. Lei la chiamava la sua favola, ma erano più principi ad abitare il suo regno. Più che una principessa del castello, la definirei con un altro appellativo.