Scritto da: Laura Lapietra
in Diario (Esperienze)
Quando alcune circostanze non cambiano, è perché hanno in serbo il loro fine da compiere.
Composto martedì 18 dicembre 2018
Quando alcune circostanze non cambiano, è perché hanno in serbo il loro fine da compiere.
Il tempo sistema solo e soltanto ciò a cui è predisposto sistemare.
L'investimento più sicuro è su noi stessi. Sugli altri e sulle cose scommetterci è un rischio che si potrebbe pagare con un carissimo fallimento.
Non lasciare scampo alla vita, entrarci in quello squarcio di tempo, e scarabocchia il cielo di ogni tuo pensiero, è il gioco più bello che la tua anima possa fare chiamato libertà.
Bisogna avere un grado di eccellenza, quello del rispetto verso gli altri, prima di pretendere di essere seguiti per le proprie idee.
Lei è così dannatamente e perfettamente complicata.
Le viaggi dentro solo se ne sei in grado.
Il resto ha la stupida convinzione di essere entrato ed invece, è restato fermo a rimirarla dall'esterno, senza fare un solo passo. Perché lei è così, se conosci la combinazione hai qualche speranza, forse ce la fai. O forse no, forse ti spinge fuori e ti chiude il portone in faccia.
Non tutti meritano di entrare in certi posti, pochi sono coloro che possono permetterselo, ancora meno coloro che ci provano.
E lei ha imparato che, il lascia passare per l'anima è cosa assai rischiosa, e se ne resta lì, nel suo groviglio di complicazioni, ché tanto lo sa, nessuno avrà il coraggio di sciogliere.
E va bene così.
Lascia sempre qualcosa di buono nel tuo cammino. Se qualcuno si è allontanato per ragioni a te sconosciute e si rifà vivo, evidentemente sa quanto vali.
I bambini fanno e dicono bambinate, i ragazzi fanno e dicono ragazzate, gli adulti fanno e dicono cazzate...
Non esiste una ragione ma un sentimento che io chiamo divulgazione in evoluzione. Tutti i miei aforismi sono un disagio espresso della società evoluta che paralizza l'essere nato. Ogni cristiano è orientato nell'ombra e tentato da un diavolo che a volte lo paralizza.
Ho raccolto di me pezzi sparsi ovunque e non avevo più colla. E non avevo più pazienza per incastrarli.
Ho raccolto di me macerie andate in frantumi e non avevo più cemento. E non avevo più tempo per edificare. Per edificarmi nuovamente.
Ho raccolto di me lacrime che scivolavano via finendo dappertutto. E non ne avevo più da versare. E non volevo più versarne.
Ho raccolto di me ciò che di buono si poteva ancora prendere, ciò che di buono era ancora rimasto. L'ho ammucchiato tra le mani, me ne sono fatta carico - come sempre - e mi sono rialzata un'altra volta.