Esperienze


Scritto da: Fily Russo
in Diario (Esperienze)
A volte le parole dimenticate ritornano, battono dentro, ci fanno sorridere e piangere. Non è vero che le dimentichiamo, le conserviamo nel cuore, le nascondiamo nei meandri della nostra anima, poi basta un niente perché riaffiorino e tornino a farsi sentire.
Composto lunedì 19 febbraio 2018
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    Scritto da: Rita3
    in Diario (Esperienze)
    Talvolta dobbiamo riposarci da noi stessi, guardando in profondità dentro di noi, da una distanza artistica; dobbiamo saper ridere e piangere di noi; dobbiamo scoprire l'eroe e anche il buffone che si nasconde nella nostra passione di conoscenza; dobbiamo ogni tanto essere contenti della nostra pazzia, se vogliamo poter essere ancora contenti della nostra saggezza. Spero sempre farne tesoro altrimenti i miei capelli argento che valore avrebbero.
    Composto giovedì 22 febbraio 2018
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      Scritto da: Fragolosa67
      in Diario (Esperienze)
      L'amore è un contrasto alla malattia. Per amore non intendo il sentimento tra due individui innamorati  ma l'essenza stessa sprigionata dagli atti d'amore. Il trasporto gratuito e sincero verso gli altri/o.  Ciò che appare è il risultato di un beneficio che è energia molto simile a quella trasmessa dai sacerdoti durante la benedizione o l'imposizione.
      Non esiste forza benefica superiore all'amore incondizionato verso il prossimo. La situazione chimica che stabilizza l'aria che respirano entrambi è una medicina a tutti gli effetti. Non possiamo comunque aspettarci l'amore per noi da parte di tutti i medici che ci assistono. Non tutti professano la professione medica pensandosi sostenitori della vita per disposizione naturale. Qualcuno è persona in carriera però  la loro dedizione verso la guarigione del paziente è un atto di fedeltà verso tutto ciò che si chiama cura. L'accanimento terapeutico non è amore né dedizione ma un atto egoista che poco c'entra con i principi universali della vita che coincidono anche con la fine fisiologica degli esseri viventi. Il rispetto della natura comporta l'accettazione di un inizio e di una fine e la capacità di sostenere questa legge naturale perché non ci appartiene. L'uomo è titolare della materia non delle leggi dell'energia che l'attraversa. La forza che ci sostiene e ci rende vivi è un pezzetto di Dio e quindi nessun uomo può decifrare i segreti che compongono la materia madre universale. Chi ci prova è soggetto a perdere il suo genio e a non potere rivelare la verità a lui aperta. L'uomo utilizza solo una piccola percentuale della sua capacità mentale per questo motivo.  Infatti, gli sono sconosciute alcune leggi universali che sono proprie della sostanza viva. Avendo questa carenza, è soggetto alla potenza del DivinoCreatore a cui deve dare conto nei soli effetti degli atti non nelle azioni.
      Ogni uomo e altro essere vivente è piccolo di fronte al grande cosmo anche se lui stesso è cosmo infinito in scala differente. Se così non fosse, potrebbe voler prevalere su Dio ma l'altissimo lo ha anticipato e si è protetto di conseguenza non accettando di fare delle rivelazioni importanti. Se l'uomo riuscisse a leggere le leggi di composizione della sostanza primaria ,  il fuoco rappresenta,  nella sua specificità l'anti-materia che da origine,  diverrebbe un essere superiore paragonabile a Dio. Questa condizione potrebbe essere motivo di  guerra tra titani e sicuramente l'effettiva situazione di morte del tutto. Dio esiste ma è sostenitore delle leggi intrinseche dell'energia. L'uomo è titolare delle leggi specifiche della materia. I sacerdoti  sono la  prima famiglia di Dio. I custodi della fiamma intesa come libro sacro dell'umanità. Essi sono distinti per razza e sono considerati demoni giusti in vita e in morte. Ogni essere vivente è un demone quando si spoglia del corpo a causa del decesso. Oggi ,questo termine ha assunto un significato diverso che non corrisponde al vero. I sacerdoti sono i nostri angeli saccenti .  Coloro che accompagnano i  defunti nel regno dei morti quando essi stessi sono defunti. Un tempo, quando i miei antenati erano a capo della chiesa ariana, i nostri volti erano dipinti  nei templi per raffigurare gli angeli e altre figure sacre, non ultimo Juppiter.
      I sacerdoti portano anagrammato nel cognome l'appartenenza familiare a Dio ma di fatto tutte le creature viventi sono considerabili figli  dell'Altissimo.  Coloro che beneficiano dei nomi e dei cognomi riferiti a Dio e alla terra sono numerosi e considerati sigilli.  Entità divine in morte. Profeti dei nomi e della parola ispirata in vita. Sono sacri alla terra perché il loro corpo che si fa polvere si confonde alla terra d'origine e l'acqua che nel corpo è contenuta è la stessa acqua delle sorgenti.  La madre terra   rappresenta come fu l'uomo prima di essere plasmato e invaso dal respiro divino uguale per ogni materia vivente , nucleo di ogni pianeta e stella.  Il respiro che lo rende vivo , si confonde con quello di Dio attraversandolo nella preghiera e nella ricerca del proprio bene. Impariamo a sorridere.  A gioire. A  sorprenderci della bellezza che ci attornia. Ascoltiamo i versi degli animali, osserviamo i colori della natura. Scopriamo in noi quella parte semplice che contrasta i nostri affanni e le preoccupazioni quotidiane riprendendoci dei secondi di libertà per considerarci stupendi figli che hanno in dono la vita. Amiamoci noi come nessuno può fare.
      Impariamo a prenderci cura della nostra salute perciò qualche volta cerchiamo di rallentare il passo. La malattia corre come la morte. La vita è adesso. Ci attende ogni mattino. Ci accompagna   fino al tramonto e oltre. Condiziona l'esistenza di ogni individuo.
      Composto mercoledì 21 febbraio 2018
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        Scritto da: Martina Boselli
        in Diario (Esperienze)
        Eppure ricordo che quando ero alunna io e l'insegnante mi richiamava per un comportamento sbaglio o mi metteva in punizione, a casa, sistematicamente, mi attendeva il "resto" da parte dei miei genitori. A pensarci bene non sono venuta su tanto male, o forse sì. Forse sì perché ho sempre creduto che il ruolo dell'insegnante fosse quello di istruire ma anche educare alla disciplina. E pensare poi, che alcuni miei insegnanti - quelli che porterò nel cuore soprattutto per questo motivo ed hanno inciso profondamente su alcune mie scelte di vita - ne hanno salvati di ragazzi molto di più facendo loro da "mamma" e da "papà". Ma evidentemente prima erano altri tempi. Evidentemente prima l'insegnante era Insegnante, oggi invece, è semplicemente una figura che sta seduta dietro una cattedra a blaterare della sua materia. Oggi l'insegnante è quella figura che deve sperare di essere ascoltato, deve sperare che a fine giornata sia riuscito ad inculcare qualcosa in quelle giovani mente, e perché no, visto i tempi che corrono, sperare di aver spento le emozioni poco prima di entrare in classe ed essersi limitato semplicemente alla trasmissione del sapere fine a se stesso così da non meritarsi un calcio in culo da un genitore. Eppure io la figura dell'insegnante me la ricordavo molto meglio.
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          Scritto da: Martina Boselli
          in Diario (Esperienze)
          Ho vissuto la maggior parte della mia vita come un uccellino chiuso in gabbia. Un uccellino con le ali legate che viveva in una gabbia d'oro per l'esattezza. Certo, avevo tutto ciò che un uccellino potesse desiderare. Acqua sempre fresca, piume sempre pulite e profumate, cibo in quantità, ma vivevo comunque in gabbia. Guardavo attraverso quelle sbarre tanto odiate la vita passarmi avanti e non riuscire a fare nulla per appropriarmene. Guardavo attraverso quelle fessure la vita degli altri e un po' li invidiavo. Non invidiavo come vivessero, ma invidiavo il fatto che vivessero. A me questo è sempre mancato: il coraggio di vivere, di fare scelte azzardate, di spiccare il volo e andarmene lontano, lontano e non tornare più. Quando passi la maggior parte degli anni chiuso in una gabbia, con la paura di non farcela, la paura di non essere all'altezza di ciò che ti sta intorno, poi la tua persona comincia ad essere una paura anche per te stessa. È difficile da spiegare, ma ciò che più ti fa paura, più di tutto il resto intendo, sei tu. Però, succede qualcosa di strano in quello stesso meccanismo che si aziona quando cominci ad avere paura, senti che non hai più nulla da perdere, perché hai perso anche te stessa ed è in quel momento che trovi il coraggio che ti serviva per slegare le ali e spiccare il volo. E adesso sì, sono finalmente libera.
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            Scritto da: Martina Boselli
            in Diario (Esperienze)
            Probabilmente una cosa la sbagliamo tutti. Ognuno di noi cerca qualcuno che lo salvi. Questo è l'errore, credere che esista là fuori qualcuno capace realmente di farlo, ma non è così, non c'è nessuno che ne sia in grado. Siamo sempre in attesa di qualcuno che ci tenda una mano, che si tuffi nei nostri abissi per riportarci a galla, che sia la nostra ancora di salvezza, magari per sempre, ma non va mai così. Ecco perché poi ci sentiamo sempre più soli e vuoti. Riponiamo fiducia e speranze in qualcuno di cui non conosciamo né volto né nome, e quando s'attarda ad arrivare stiamo anche peggio. Non verrà nessuno a salvarci, per quanto lo vogliamo, lo immaginiamo e desideriamo, nessuno verrà a prenderci. Nessuno ci strapperà dal caos che è in noi. Ognuno si salva da solo, è questa la verità. E forse, ciò è la nostra più grande fortuna.
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