Esperienze

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Se qualcuno ti fa la predica, valuta sempre da che pulpito arriva e poi ricordati che un detto romano dice: er più pulito c'ha la rogna.

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Visto che ormai non mi aspetto più niente da nessuno, se voglio qualcosa preferisco prendermela da sola.

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A volte mi diverto a far la finta tonta solo per capire meglio dove vogliono arrivare certi personaggi.

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I treni non si aspettano... si prendono e si conducono. Solo così possiamo arrivare alla stazione giusta.

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Sono stata definita pazza quando mi allontanavo dalle persone senza pensarci troppo. Accusata di essere una persona che per "cavolate" metteva fine ai rapporti. Colpevole di non essermi mai interessata a tali persone o fatti. Dalla personalità ingestibile e troppo dura perché non è mia abitudine regalare finti consensi a scopo personale, ma solo ciò che penso e senza troppi giri di parole. Peccato... Che il tempo non mi abbia mai dimostrato che "Allontanarmi" da suddette persone sia stato un errore. Non ho mai dovuto dirmi "Ho sbagliato"! Soprattutto ci tengo a spiegarvi che la mia personalità non è "Ingestibile". La mia è una di quelle personalità che non plagi e non compri "lisciandola" quando ti conviene. La mia personalità è ben salda e sicura di sé... a differenza di molte altre che noto spostarsi con estrema facilità dove conviene di più! Continuate a "pensare" di sapere... Io continuerò a sorriderci su.

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Dopo tante batoste, dopo tanti inganni, delusioni, ipocrisie, non mi ferisce più niente, non provo più rancore, né risentimento, il nulla, il vuoto. Penso sinceramente che sia la cosa migliore che mi potesse capitare, non reagire più, scuotere la testa, rialzarmi ogni volta e proseguire.

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Ho visto negli occhi della povera gente lacrime composte asciugarsi al vento senza che nessuno se né accorgesse. Ho visto bambini affamati mangiare qualunque cosa senza dire: questo non lo voglio, non mi piace. E poi ho visto lo spreco quotidiano del pane buttato perché nessuno lo ha mangiato. Ho visto un bambino tenere in mano un grappolo di uva marcia stretta tra le sue dita piccole come un piccolo tesoro. Ho visto la fame guardarmi dritta in faccia negli sguardi di chi incontravo senza proferire una sola sillaba perché chi ha fame non spreca nemmeno le parole. Poi, ho visto la pietà inginocchiarsi sfinita tendere la mano ma era tardi, quegli occhi, si sono spenti per sempre. E con loro anche i miei.

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Per vivere sereni bisogna rendersi conto che, chi ci fa del male, è solo un povero infelice!

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Impara a camminare e ballare non solo quando splende il sole, ma anche quando scende la pioggia, solo così otterrai il tuo bel giardino fiorito.

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Purtroppo andrà sempre peggio! Acquista sempre più valore la banalità, la superficialità dell'essere; la stoltezza abbonda nei pensieri spaesati di questi giovani senza una meta valida sulla quale poter contare. Non c'è romanticismo né rispetto per l'altro; tutto ciò che di positivo vi è vien visto con una punta di disprezzo, con noia. Non generalizzo, perché ci sono ragazzi e ragazzi, ma è il sistema società che non va e che fa acqua da tutte le parti. Parto nuovamente dal pensiero spaesato di molti giovani per sottolineare il disagio al quale spesse volte vanno incontro i nostri adolescenti, sempre più tecnologizzati, sempre meno inclini ai veri valori. I prodotti tecnologici (aggeggi infernali) distruggeranno letteralmente le fragili menti di ragazzi depressi, aggressivi, apatici; e non solo dei ragazzi, anche dei genitori di ultima generazione, i 40enni tanto per intendersi. Ma è mai possibile che bisogna compiere qualsiasi azione stringendo un telefonino fra le mani col rischio di causare seri danni a qualcuno (ognuno è libero di fare ciò che crede, ma nel rispetto della incolumità altrui)? Praticamente non ci si guarda più in volto, s'è persa qualsiasi forma di bon ton; ovunque spadroneggia l'aridità di cuore; non v'è l'abitudine di stringersi la mano, di guardarsi negli occhi in piena sincerità. I ragazzi, dietro tutta questa arida negatività, si lasciano attrarre soltanto da "esempi umani" loschi, ambigui, da uomini, o donne, tatuati, pieni di buchi, dai corpi multicolore, ritoccati da far pena. Questa è l'amara condizione dei giorni nostri; essa trova una via di sfogo nella violenza, nell'apparenza, nella superficialità, nell'esibizionismo. Ecco: esibizionismo! La nostra realtà è piena di esibizionisti, privi di qualsiasi valore, colmi di presunzione e di patologico vuoto esistenziale.