Esperienze


Scritto da: Biagio Di Girolamo
in Diario (Esperienze)
Un giorno ti racconterò di me.
Ti racconterò della mia vita e del dolore che mi porto dentro.
Ti racconterò delle notti insonni passate a pensare.
Ti racconterò di quanto è ingiusta la vita... perché ho sempre pagato per gli errori altrui.
Ti racconterò di quanto è stato duro ricominciare... a credere in me stesso.
Ti racconterò che la vita è bella e bisogna viversela senza annientarsi per gli altri.
Perché dopo ogni temporale... c'è sempre il sole.
Composto martedì 3 febbraio 2015
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    Scritto da: Ilaria Sansò
    in Diario (Esperienze)
    Cara (...),
    tu vedi un po' che stupida che sono. Sono qui, con le lacrime agli occhi, senza una ragione particolare; oppure, oppure una ragione ce l'ho e tu la conosci bene. (...) non ha senso tutto questo. Io non ce la faccio più. Vedo tutto nero. Vedo i suoi occhi in una fotografia e mi dico "dovrebbero guardare me". Manca la sostanza, non ho niente dentro. Il vuoto è assenza di materia. Acceleriamo, si può? Esiste un telecomando? Posso andare a dare un'occhiata, solo per vedere se sarà nella mia vita, ancora una volta? Solo per vedere se sarò felice. Ma la felicità non ha senso se non c'è, non c'è ora e mi manca. Oppure, possiamo tornare indietro? A quando gli parlavo, dico. Mi sentivo bene. Tu mi vedevi. Vedevi che sorridevo; con il cuore, intendo. Che sfrecciavo felicità da tutti i pori. Vedevi anche che ero un po' triste, certo. Ma era una tristezza che tutt'ora c'è. La tristezza dovuta al fatto che è lì, lontano da me. Dove sono finita, eh? (...), tu lo sai? Mi sono persa in un mondo che neanche conosco. Cosa da stupidi. Sono stupida. Sono lontana. Sono innamorata. Ora chi va a riprendermi da lì, da così lontano? Chi va a raccogliermi? A raccogliere ciò che di me rimane. Il battito delle mie dita sulla tastiera è assordante. Mi scuote il cervello come un terremoto. Il sapore di queste parole è come acido, mi corrode viva. Uccide. Qui non c'è una fine definitiva. Io non la vedo, mi dispiace. Sono parole che fanno male. Bruciano come fuoco sulla lingua. Gliele urlerei contro, te lo giuro. Addosso. Non mi sentirebbe. Non l'ha mai fatto. Non ha mai voluto ascoltarmi. Anche per telefono non l'avrebbe fatto, son sicura. Ma è un problema, rimane un problema. È lontano da me da mesi. È lontano... e mi manca. (...), Dio non vuole ascoltarmi.
    Lo so, Dio non me lo riporterebbe indietro e neanche tu puoi fare qualcosa. Possibile che lui non soffra tutto questo? Sono davvero così poco importante? Però, vedi? Il problema è anche un po' il mio. Sono distante anch'io. Da tutto. Da tutti. Dai miei familiari. Da chi ha tanto bisogno di me e non trovo le forze per aiutare... Da te che stai leggendo. Lontana dai sorrisi veri, dalla vita. Se allungo le braccia posso abbracciare le persone che mi circondano, ma mai farlo veramente. Perché io realmente non ci sono. 'Non essere presentè. Sul mio cuore c'è questa scritta, sì. 'Non essere presentè. Sono lontana. È una vita che sono lontana. Non ce la faccio. Voglio andarmene via.
    Qualcuno mi aiuti, chiunque.
    Lui magari, lui.
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      Scritto da: Anna R. Di Lollo
      in Diario (Esperienze)
      Ogni tanto la speranza cade in penombra e si smette di credere, si smarriscono i colori, tutto diviene smunto, pallido, uno sbiadito bianco e nero esanime. Ciò capita spesso, ma altrettanto sovente, per fortuna, questa rotta dura appena il tempo d'un battito di ciglia. Non c'è più vita nei giorni quando lei manca, quando la manna dell'imprescindibile sua presenza diviene assenza. Improvvisamente, però, ci si volta e in attimo tutto ritorna a sorridere: due attempati ragazzini ultrasettantenni che si tengono per mano, qualcuno che veglia, senza risparmiarsi, l'amico solo e in grossa difficoltà, una mano che si tende comunque e per chiunque, la corolla d'un fiore che, ondeggiando nel vento, accarezza il filo d'erba sottostante, un cane e un gatto che dormono insieme avvinghiati.
      La vita è fatta di istanti e di maree: un attimo precipiti sott'acqua nel buio e solo un secondo più tardi ti ritrovi sulla battigia baciato dal Sole. Ed è tra le conchiglie che ne circoscrivono l'indefinito perimetro, celata dalla sabbia, ricoperta dalle alghe, occultata dai detriti, nascosta dalla ghiaia, che finalmente ritrovi e recuperi la speranza.
      Composto mercoledì 7 marzo 2018
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        Scritto da: Anna R. Di Lollo
        in Diario (Esperienze)
        E poi, sorprendentemente, da donna matura scopri che andare in là con gli anni non è una disfatta, anzi. Scopri di giungere nell'età delle conquiste più grandi, della libertà per esempio. Sei finalmente libera dal dover essere bella a tutti i costi. Scopri che la bruttezza può dimostrarsi accogliente, ospitale, rassicurante, un valido riparo dalle avversità della vita. Scopri che non te ne frega assolutamente nulla di dover piacere agli altri, a chi ti avrebbe voluta più alta, più magra, più ricca, più addomesticabile o, forse, solo meno intelligente. Scopri che è bello incontrare qualcuno di cui non si debba sospettare, qualcuno che sia affine, vicino, sulla stessa frequenza, la medesima linea d'onda, qualcuno di cui ci si possa fidare, qualcuno che non ti guardi dall'alto in basso, ma solo in orizzontale e che riesca a cogliere tutto lo spazio e le angolature diverse intorno, da cui è possibile osservarti e non solo vederti. Qualcuno che non badi al tuo modo di vivere spettinata, perché sfrutti al massimo il vento per orientare le vele. Qualcuno che ti trovi bellissima esattamente come ti svegli al mattino, senza trucco, né trucchi, qualcuno che ami quel tuo bizzarro modo di stravolgergli il tutto, una volta piovuta nella sua esistenza. Qualcuno che non ponga freni al tuo correre ribelle, alla tua voglia smodata e selvaggia di sfinirla la vita, di ingoiarla, di rubarla, di farne la massima incetta. Qualcuno che abbia conosciuto ogni prospettiva dal basso, ne abbia fatto esperienza, ci sia cresciuto, qualcuno a cui sia mancato il molto, perché solo chi è così riesce a comprendere sino in fondo la sottile differenza tra il lasciarsi vivere e dar luce al tutto. Scopri che quanto credevi fosse perdita, in realtà, guadagna in felicità. Scopri che trovare qualcuno che sia sulla tua stessa linea di confine permette di essere ben dritti uno difronte all'altra, di alzare la testa, guardarsi negli occhi, prendersi per mano e finalmente, cogliendo fiori e frutti dal giardino dell'amore, volare via.
        Composto martedì 6 marzo 2018
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          Scritto da: Emran Rama
          in Diario (Esperienze)
          Dinanzi alla povertà è troppo facile pensare nobilmente a parole. Pensiamo solo a guadagnarci da vivere rinchiudendoci nel nostro mondo. Possiamo essere in grado di aiutarci tra gli uni e gli altri nelle nostre possibilità, ma siamo troppo occupati ad avere troppo, e quel troppo, ci ha reso avidi, non ricordandoci che invero la povertà del cuore è peggiore della povertà in sé.
          Composto mercoledì 7 marzo 2018
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