Scritto da: Antonio Cuomo
in Diario (Esperienze)
Essere speciali è semplice, basta essere se stessi.
Composto giovedì 15 marzo 2018
Essere speciali è semplice, basta essere se stessi.
Spesso bisogna prendere subito una decisione e non restare sospesi nel dubbio, altrimenti la vita potrebbe prenderti a calci dopo averti coccolato.
Quando sei sulla cima del monte ti senti onnipotente se guardi giù dalla montagna e ti senti piccolo se guardi verso il cielo.
Mai giudicare una persona dall'apparenza. Spesso siamo portati a farci i nostri "resoconto" su una persona per come la vediamo comportare, solo perché a nostro avviso, quella persona non è normale. Ma chissà che cosa c'è dietro ogni strano comportamento, cosa si nasconde dietro tanta timidezza, o tanta ostilità, orgoglio, paura. Ognuno di noi, non è un atteggiamento, non è una frase del momento. Ognuno di noi ha una storia dietro, difficile da raccontare. Una vita non si esprime in un solo gesto, ma si racconta lungo il cammino, si rivela man mano che gli diamo la possibilità di farsi conoscere per come realmente è.
Tutti lì a fissare quelle porte chiuse. Senza rendersi conto che una casa ha molte finestre, balconi, poggioli, terrazze. Non stiamo a guardare una porta che si chiude, la vita va oltre, godiamo delle innumerevoli aperture che senza volerlo ci regalano tanto "sole". È sempre stato così, andiamo avanti, non scoraggiamoci, la luce ci aspetta.
Sii ciò che sei sempre stato, emulare gli altri ha i suoi svantaggi.
Dobbiamo parlare, dire le cose che ci fanno stare bene o male. Non tacete perché le cose taciute non saranno né lette né udite. Le parole non sono scontate se prima pensate. E ciò che non direte oggi, sarà rimpianto domani, i malintesi e i dubbi si infileranno tra le crepe dei silenzi. Se amate qualcuno, diteglielo, se vi manca, diteglielo perché la vita a volte è imprevedibile e non'è sempre generosa. E ricordate: le cose non dette stagnano dentro e fanno male.
C'ho messo un po' a capire, ma da capire poi che c'era? Nulla. Non c'era nulla che si potesse fare o dire. Allora inizia pian, piano a socchiuderla quella porta rimanendo ai margini, aspettavo, pazientavo, che qualcosa in fondo, potesse cambiare e facevo leva sul cuore perché in fondo, tutti abbiamo un cuore. Mi sbagliavo, non era così e precipitare per ritoccare nuovamente il fondo non mi andava, non più. Era già accaduto e fù dura la risalita. Così non mollai la presa e ben salda ai bordi di quella voragine mi aggrappai. Tutto mi apparve più chiaro, più limpido. Era giunto il momento, quella porta andava chiusa e mai più riaperta. Tolsi lo zerbino e gettai la chiave. Da quella porta, io, non ci sarei più rientrata. Questo vale per ogni tipo di relazione, dall'amicizia all'amore.
Non c'è più niente che mi fa paura, quando ne hai sopportate, subite e superate tante sono poche le cose che ti spaventano. Non c'è più nessuno che possa impedirmi di procedere, solo la morte, ma quella quando ti sceglie non ti da possibilità di appello. Tutto cambia prospettiva quando capisci che tu sei la sola possibilità che hai e la vita la sola strada su cui camminare. Lei ti mostrerà le possibilità, spetta a te scegliere se e come sfruttarle e chi portare con te.
Il silenzio sai, mi fa paura. Azzera tutto e spalanca le porte. È nemico dei miei sforzi, delle mie possibilità. Dà voce e parole a ciò che ho nascosto con cura in fondo al cuore, fa riemergere immagini, vecchi ricordi. Il silenzio sai, mi fa paura. Più delle mille voci che mi assalgono durante il giorno, più del frastuono. Si, perché dentro ogni silenzio io rivedo te.