Esperienze


Scritto da: Silvia Nelli
in Diario (Esperienze)
Date un taglio netto a tutto ciò che vi trasforma in ciò che non siete. Tagliate fili, abbattete muri e andatevene lontano da tutto ciò che non vi permette di essere voi stessi. Non accettate imposizioni, perché il bene non impone ne viene imposto. Non accettate colpe che non avete, nemmeno a fin di bene, perché farvi carico di qualcosa di cui non siete responsabili vi farà solo sentire sbagliati. Non sopprimete il bello che avete dentro, nemmeno per il troppo dolore, per le delusioni, per le paure o per le ferite ricevute... ma lasciate libere le emozioni e portatele lontano da chi le oscura. Niente può seppellirvi, mettervi in ombra o uccidervi dentro. Solo ciò a cui permettete di entrare, agire e rendervi solo l'ombra di ciò che eravate... può farlo.
Composto sabato 28 ottobre 2017
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    in Diario (Esperienze)
    È cosa comune ritener la critica una pratica negativa e scorretta, a partire dal termine che di per sé vien visto come negativo, ma credo fermamente che le cose non stiano così. La suddetta potrebbe, anzi, dovrebbe esser vista in chiave logica, costruttiva, positiva nonché propositiva. Uno dei più grandi e complessi valori insiti nell'uomo si riflette in modo ben visibile e chiaro nella personale capacità (vivacità) critica, che certamente lo espone distinguendolo dai più; dalla massa, che di frequente sprigiona "critiche" dettate da rabbia interiore, non certo da ragionamenti sensati che possano in qualche modo carezzare la tanto agognata verità.
    Composto sabato 28 ottobre 2017
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      Scritto da: Lina Viglione
      in Diario (Esperienze)
      Le cicatrici della vita. Se le mie lacrime servissero per ingrossare il mare e far partire la nave che mi porterebbe lontano-lontano nella mia isola "l'isola che non c'è" allora si! Non smetterei mai di piangere.
      Si dice che piangere e una dimostrazione della propria debolezza. Non so se questo è vero ma so che se non piango la mia non è affatto la dimostrazione della mia forza. Forse dentro di me c'è un pagliaccio.
      Un pagliaccio che non è solamente simbolo di bontà e allegria, ma anche di tristezza e malinconia. Il merito e saper riconoscere questa doppiezza e convivermi e privilegiare la parte migliore che non è il mio corpo, per tanto non lo mostrerò perché venga contemplato; ma mostrerò le mie cicatrici perché, contemplandole, possiate dire: ecco Lina è ancora qui ed e viva.
      Composto sabato 1 gennaio 2005
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        Scritto da: Ferdinando Garzillo
        in Diario (Esperienze)
        Essere un filo di un indumento più grande: forse è questo il senso ultimo del mio essere. Essere me stesso, senza confondere la mia specificità di filo diverso da ogni altro, e insieme, però, unirmi ad altri fili, perché un filo ha senso solo se si unisce ad altri fili, come una nota ha senso solo se si unisce ad altre note, come una lettera ha senso solo se si unisce ad altre lettere e così forma parole, e poi frasi, periodi, magari anche racconti, novelle, romanzi, poesie... essere se stessi, ma anche legati agli altri: come la "a" rimane "a", ma se tra due "a" inserisco una "m" ho trovato la possibilità di dire come mia moglie mi pensa, e ho dato un senso a due "a" che altrimenti, da sole, non l'avrebbero avuto.
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          Scritto da: Lina Viglione
          in Diario (Esperienze)
          Tutti siamo un po' fragili. Il problema è che non è difficile esibire la fragilità, spesso la fragilità di un singolo viene subito riconosciuta da un occhio più attento, il difficile è nasconderla. La fragilità si vuole sottrarre alla vista degli altri perché è un qualcosa di negativo, a nessuno piace essere fragile ed essere etichettato così. Se siamo fragile le persone poco rispettosa si approfitta di noi e appariamo deboli, in questa società di uomini coraggiosi e basata tutto sulle apparenze. Nessuno gioisce nel apparire debole, perché chi è debole non è considerato e non vale niente. Forse dovremmo imparare a stimare di più le persone, e a capire che da ognuno noi c'è qualcosa da imparare e che il raffronto arricchisce, non la controlla, non la veemenza, non la presunta egemonia di qualcuno su qualcun altro. Se per fragilità noi la intendiamo sensibilità, allora e tutto il nostro mondo interiore. Vi supplico non nascondiamolo mai, è vero che esibirlo potrebbe ferirci, più volte anche, ma c'è tanta, ma talmente tanta bellezza nel cuore di ognuno di noi, perché reprimerla? Io prediligerò sempre vivere essendo me stessa, non voglio mostrarmi chi non sono. Io voglio vivere una vita, fatta di fragilità... emozioni, dolori, e gioie.
          Composto domenica 1 gennaio 2006
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            Scritto da: Laura Lapietra
            in Diario (Esperienze)
            Si invecchia non per l'età che dolcemente avanza a disegnarti il viso nella maturità che sopraggiunge, ma per quei vissuti che la vita ti ha piantato il cuore nel terreno dei dolori avendo lo sguardo spento e chino da quella luce che illumina l'anima, e i suoi echi risuonano forte nel petto e nella mente sbiadendo quella forza di restare nella realtà della vita.
            Composto mercoledì 25 ottobre 2017
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              Scritto da: Silvia Nelli
              in Diario (Esperienze)
              La mia schiettezza, il mio essere realista e a volte cruda è la mia personalità. Io sono questa! Sono una persona che le chiacchiere non le vuol sentire più. Una persona che le cavolate le lascia dove nascono. Una persona che dove non c'è materia sufficiente di confronto, il confronto nemmeno lo inizia. Sono tosta e difficile. Forte e testarda. Se non ti piaccio non mi suicidio. Ho la fortuna di avere un cervello dotato di intelligenza che sa vedere molto oltre a ciò che in molti riescono solo ad immaginare.
              Composto mercoledì 25 ottobre 2017
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