Scritto da: Franco Paolucci
in Diario (Esperienze)
La domanda per eccellenza: ma io che ci sto a fare in questo mondo? - Scoperta da fare vivendo.
Composto venerdì 2 ottobre 2015
La domanda per eccellenza: ma io che ci sto a fare in questo mondo? - Scoperta da fare vivendo.
Dalla terra la carne, dalla carne il pensiero, dal pensiero la perlustrazione spaziale e, da questa, il servizio finale reso al Cosmo.
Se riusciamo a toccare i cuori di chi incontriamo sul nostro sentiero con la stessa delicatezza che siamo capaci di cogliere in un fiore, allora avremo già mosso bene i nostri passi.
Ho messo dei limiti alla mia bontà, alla mia pazienza, al mio essere troppo tollerante. Ho capito a mie spese cosa voglia dire dare troppo, e fa male cambiare se stessi, dosarsi, quando si è tutt'altro ma, purtroppo, con poche persone ci è concesso di essere noi stessi, senza paure e senza indugi.
In questo periodo è difficile assaporare l'esistenza. Colpa anche della vita frenetica che l'oscurità ci vuol far tenere, per tenerci sottomessi.
Ma se l'amore sta nella nostra percezione di ogni cosa, cosa ci rende così impotentemente ricettivi all'odio? Credo che, se tutti possiamo sentire entrambe queste due forze, vuol dire che tutti abbiamo la forza sufficiente ad esplicare in qualsiasi forma ciò che vogliamo esplicare al prossimo. Quindi immagino che l'amore possa essere l'obbiettivo del bene. E quando si parla del bene, si parla del proprio, e se si ha questo allora tutto è infinito. Allora si può regalare l'amore.
C'è chi vive giocando con i sentimenti altrui, c'è chi vive la propria vita ignorando costui.
Scoprire che una persona non è come te l'aspetti... è un'emozione dentro.
Di giorno le cose sono più chiare, mostrandosi per ciò che sono, esplicano l'essenziale d'ogni cosa. Una giornata è il corrispettivo d'una vita. Arriverà la notte anche sui nostri occhi, impedendoci di vedere ciò che è la bellezza di ciascuna cosa. Ricorderai le luci spente d'un'accesa gioventù, e le carezze dei prati, che esibivano la vivacità d'una giovinezza ombrata della vecchiaia. I ricordi plasmeranno i muri di una giovane realtà, che ti aliena per eccesso dal suo cambiamento.
Quante volte sono rimasta schifata e delusa da tutto e da tutti, tanto da farmi venire il mal di gente.