Scritto da: Nataly Laganà
in Diario (Esperienze)
Quando parli o pensi scegli con quale stile. L'ideale sarebbe lo stile... sensibile.
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Quando parli o pensi scegli con quale stile. L'ideale sarebbe lo stile... sensibile.
Se vuoi veramente aiutare qualcuno, non limitarti a dargli un contributo occasionale per il suo quotidiano sostentamento, ma adoperati affinché cresca in lui la consapevolezza e la fiducia in se stesso, in modo che possa imparare ad aiutarsi da solo, traendo dal profondo del proprio essere la forza e la determinazione di migliorare e riscattarsi, insieme alla convinzione di riuscirci e di potercela fare da solo.
Poiché il confine esistente tra il coraggio - qualità dell'animo che aiuta ad affrontare pericoli e difficoltà - e l'incoscienza – sottovalutazione del rischio e mancanza di consapevolezza dei propri mezzi - è molto labile e incerto, può talvolta accadere che il coraggio, se intemperante o mal gestito, si trasformi da importante risorsa in pregiudizievole nocumento.
La vita, in fin dei conti, non delude mai. Pur tra gioie e dolori, alti e bassi, incontri e scontri, speranze e delusioni, vittorie e sconfitte, tutto ciò che ci assegna e che ci porta, serve a farci crescere e a renderci migliori.
Indosso una mascherina in pubblico, non solo per me, ma per te. Sono responsabile tanto, da sapere che, anche se sono stata, attenta, potrei essere stata contagiata e trasmettere il virus. Pochissimi sentono di dover fare qualcosa che sia utile agli altri e alla collettività. Io, voglio far parte della soluzione, non del problema. Cerco di capire, ma non giustifico più, il menefreghismo, l'egoismo di gente irresponsabile. Se tutti vivessimo, avendo considerazione degli altri, il mondo sarebbe un posto di gran lunga migliore.
Ho il dono della resilienza e anche quello di avere un carattere forte. Ho il dono della sensibilità ma anche quello della fermezza. Sono di tutto tranne che di legno. Sono di carne, ossa e anima.
Fino a quando non capiremo che la nostra specie è un solo, grande albero e non avremo cura di ogni suo aspetto (vediamo solo il tronco senza badare hai teneri germogli, le radici ed i rami in ombra ) siamo a rischio di farlo morire per sempre.
Ho passato metà della mia vita a chiedermi cosa fosse giusto e cosa no. Ho lasciato tracce in un passato che ho vissuto in parte. Un passato da assente, in un'altra dimensione. Ho vissuto la mia infanzia in una sorta di limbo mentre la mia mente era altrove. Era oltre le cose terrene, persa nei meandri dell'invisibile agli occhi di molti. Ho costruito il mio mondo, fuori dalle urla della gente, oltre i muri e gli stereotipi. Sono cresciuto da solo, come le erbacce ai bordi delle strade. Le stesse erbacce che una volta tagliate creano insenature fino a spaccare l'asfalto.
Un telefonino che squilla.
Dove corri?
Aspetta!
Stavamo parlando.
Non bisognerebbe mai dare niente per scontato, neanche le cose che consideriamo più abitudinarie: una parola, un abbraccio, una passeggiata... La vita che stiamo vivendo ora ce lo sta insegnando.