Ci rendiamo conto di quanto siano importanti le piccole quotidiane cose che abbiamo normalmente, nel momento in cui le abbiamo perse. Abbiamo tutti abbracci in sospeso, quelli che senti dentro, quelli che quando li ricevi, ti scaldano l'anima. Ciò che è già stato, è passato e quel che farai oggi, per amore, conta per sempre. Altrimenti abbiamo fallito, tutti. Nessuno escluso.
Essere soli è la cosa più triste del mondo. La peggiore. Vorrei che qualcuno venisse da me e mi dicesse: questo regalo è per te. È un pensiero fatto col cuore, il mio tempo. Solo regali calcolati e non pensati. Dimenticandosi che quel tempo impiegato, a dedicarsi agli altri, è un regalo di grande valore, non si può comprare, si può solo donare. Abbiate a cuore chi è rimasto solo.
Essere soli, in certi giorni di festa, per noi anziani, significa non avere qualcuno con cui condividere momenti di gioia. È questo senso di vuoto è tremendo, fa ammalare, uccide chi rimane solo con i ricordi. Ci avete protetti per il nostro bene isolandoci, di conseguenza, ci avete condannati ad un silenzio assordante. La peggiore delle morti: la solitudine.
C'è un albero di Natale con lustrini luccicanti e tante lucine colorate; eppure, tutt'intorno, c'è un silenzio assordante. I nostri affetti non ci sono accanto e questo ci fa sentire malinconici, pensierosi, tristi. È Natale e più vedo luci, più è buio dentro. Sognavo un Natale diverso, quello della serenità e della gioia nel cuore. Quello delle famiglie che si riuniscono, delle tavole imbandite, degli abbracci. L'avrei voluto più ricco di sentimenti, di emozioni, dopo tanto dolore. Questo è per tutti noi, un Natale di persone perdute, ed io, avrei voluto un Natale pieno d'amore.
Quello che ci manca di più, è tornare ad usare parole leggere e in grado di accarezzare le nostre paure. Quelle che sanno sempre trovare il modo di incontrarsi e mai scontrarsi. Parole che non possano scavare dentro e creare crateri nell'anima.
Sì, ci si abitua stranamente ad essere amati a metà, se solo avesse compreso ciò che ancora avrei potuto donargli. Ma ci si abitua al pensiero di quanto tempo sprecato, inutilmente, per non avere ceduto all'orgoglio. Forse perché è più facile scappare. Neppure ci provano a trattenere, a sentire, a vivere l'amore in tutte le sue forme.
Ho visto meno umanità e più egoismo. Oggi: siamo tutti più consapevoli che né soldi né potere, possono comprare il bene primario: la salute. Siamo tutti più umani e responsabili almeno oggi. Lo spero.
Al fragore demenziale, di chi non è d'accordo con un ragionamento, lanciano contro ogni sorta di epiteti. Mi dissocio dalla violenza verbale. Invito a colloquiare con ragionevolezza è consapevolezza nel rispetto delle opinioni altrui.
Vorrei che fosse istituita, a data da destinare, una ricorrenza speciale. Una festa mondiale. Dove tutti si sentiranno finalmente liberi di abbracciarsi.