I treni che passano una sola volta non fanno mai ritardo. Puntuali arrivano a destinazione. Se solo le persone imparassero a non pensare che non ci sia più nulla che valga la pena per cui vivere la vita, sarebbe una corsa in salita senza fermate. Non facciamoci condizionare dal viaggio: ritardare a volte significa fare scelte con la testa, visto che siamo noi a pilotare il nostro treno personale.
La vita aveva in serbo per noi una sorpresa. L'aveva conservata al suo interno: il tempo. La paura, il suo avversario, non esitò a fare la sua mossa: generò il panico e nacque il caos, che paralizzò il mondo. La pazienza non si scompose, mantenne la calma, un po' come si fa coi bambini capricciosi; uso l'intelligenza ed evitò la frustrazione. Dato che il cuore è l'organo centrale del corpo umano, rimase saldo e con superiorità sfoderò la sua arma più potente: il coraggio.
I miei pensieri: non li trattengo, lì seguo. Sono la mia pelle, la mia carne, la parte più intima di me e quando mi spoglio puoi leggermi l'anima.
Vorrei oltrepassare questo mare di dolore; e nella frenesia di giorni tutti uguali, c'è qualcosa che rimane in sospeso: il tempo. Ma chi sei, tu tempo che illudi i miei giorni, con gli inganni e ti permetti, senza preavviso, a riaprire ogni mia cicatrice? Tempo: ti ho visto albeggiare da lontano, guardare l'orizzonte e ora nei fai parte.
Solo la natura sa perfettamente come ti senti e per quanto cerchi di trattenerla, lei sa quando fiorire. Profumando prati bagnati dopo i temporali emotivi. Sbocciano in silenzio e talvolta nell'asfalto, i fiori di campo e donano bellezza anche dove non ti aspettavi: nelle crepe dell'anima.
Muoiono, ci lasciano i nonni. Una vita di privazioni, di stenti e di dolori. Mani stanche dalla fatica del duro lavoro e visi segnati dalla memoria. Se ne vanno via così, in silenzio senza un bacio, o una carezza fra i capelli. Che ne sarà di loro? Giacciono inerti, abbracciati da candide lenzuola. Non dovevano morire da soli, scortati dai militari. Che nessuno li dimentichi; sono loro che hanno fatto la storia. Silenzio ora, i nonni: riposano nei nostri cuori.
Ho il vago sospetto che, vi servirebbe un giro negli ospedali e un sano bagno di altruismo e meno menefreghismo. Capisco che stare a casa può rivelarsi una tortura, ma nulla è paragonabile a chi, a casa non può starci per esigenze lavorative e per tante altre cose che, non sto qui ad elencarvi. Sappiatelo: il rischio di un contagio è ancora concreto e lamentarsi perché non si può andare dall'estetista a depilarsi è vergognoso. Cara: se vuoi rischiare, dopo a chi vuoi che importi, quando sei morta quanti peli hai? A nessuno. Munisciti di pazienza e fai da sola.
Non restare un passo indietro. Per nessuno. Mai. Resta quel che sei: una persona che non passa inosservata. Una donna che non si piega alla volontà di nessun uomo. Resta coraggiosa e forte e vai avanti anche senza tutte quelle cose che ti mancano.
Gente invidiosa. Si fingono amici e sono "serpi in seno". Quando avverto dell'apatia distruttiva, di spettatori passivi della propria quotidianità, mi allontano senza tanti preamboli; è gente che non è in grado di accettare e di compiacere chi ce l'ha fatta. Ma per fortuna, c'è sempre l'eccezione che conferma la regola attraverso il buon esempio: l'umiltà. Virtù per la quale l'uomo riconosce i propri limiti.
Quell'incedere sicuro rivela una personalità spiccata ed una distinzione innata. Hai imparato a valorizzare i tuoi passi, con coraggio, lasciando la tua impronta sulla nuda terra. Sei giunta a destinazione, hai conquistato il tuo posto nel mondo con l'autenticità, compagnia dei tuoi viaggi: il tuo essere.