Sei una rosa tra campanule e anemoni nella tramontana aleggia il tuo profumo. Sei una rosa la vastità del mare t'inebria col suo manto d'azzurro. Delicata, soffice emani passione dai tuoi petali schiusi e ridenti al sole d'aprile celato tra nubi ovattate. La luna scompare al tuo dolce stormire ed è un lento fruscio di fogliame in un caleidoscopico fluttuare di suoni.
Il cielo immenso raccoglie tutte le stelle più grandi e più luminose. Ma tu stella mia, pur se piccola, sei la stella dell'amore. E per questo, immensa, in quanto ne rappresenti, la linfa vitale, amore mio.
Scorre nelle vene il loro amore, come dolore scende sin fino alla terra per poi spargersi come pece nera non è il male, è solo il vero giornaliero che ci trafigge qualcuno manca al nostro appello è sangue vitale quello che ci manca all'interno è la paura si esistere soli che ci deprime è un sole nero ben addestrato a metterci paura ho paura di non averti abbastanza, e di ferirti perché amarti in modo così carnale, spesso è dolore dolore di amarti troppo e fortemente voluta il dolore costale che viene salendo è il cuore che la notte tenta di evadere per raggiungerti ti prego torna nel mio petto ho bisogno di te come del mio cuore.
Mi manchi: è difficile ammetterlo anche a me stessa ma mi manchi. Mi manchi dalla testa ai piedi. Mi manchi nel corpo mutilato delle tue parti migliori. Mi manchi negli occhi vuoti di te e di lacrime. Mi manchi nelle orecchie silenziose della musica della tua voce. Mi manchi nella pelle priva del tuo velluto delicato. Mi manchi nelle narici piene della ricerca vana del tuo profumo. Mi manchi nella bocca e nella lingua costrette a ricordare solo sapori del passato. Mi manchi nella mente che si nutre di te nella sua ossessione. Mi manchi nel cuore, rimasto solo a battere. Mi manchi dall'alba al tramonto e ancor di più mi manchi nel buio della notte che fa paura. Mi manchi nel freddo della solitudine quotidiana e nel fuoco del ricordo del quasi mai. Mi manchi Eppure della tua assente essenza dovrò fare ragione di vita.
Ti prego non farmi male con un'assenza eccessiva, continua. Io, a volte, non sempre, solo un secondo sì e uno no, ho bisogno di te cibo calore acqua aria vita della mia vita.
Se sentissi il fuoco bruciarmi forte dentro allora capirei d'essere ancora viva ma il calore è solo ombra di scintilla lontano, freddo e fumoso ricordo. Se sentissi il mare inondarmi silenzioso allora capirei d'essere terra in attesa ma il vento ha scompigliato tutte le onde e l'uragano ha distrutto tutti i porti. Se sentissi la primavera risvegliarmi i sensi aprirei gli occhi e ne godrei gridando ma è un piacere della vita che non posso più provare perché l'inverno ha gelato le mie porte. Se solo sentissi quella voce tanto potente da sovrastare il gran silenzio con un soffio ed un sorriso seducente mi riprenderei ciò che un tempo è stato solo mio. Se l'esistenza ritornasse indietro e di tante vite mi donasse la migliore sono sicura che non sarei più sola circondata dalla forza dell'amore.
Esuli da una città di confine, abbiamo calpestato scale consunte per salire fino a due petali dal cielo soli! Oggi non servono parole, è tempo di vedere attraverso i tuoi occhi, il cielo sopra i tetti, seguire, sulla punta delle dita, la tua pelle cercare l'orlo delle tue mutandine, sotto il vestito Lasciarmi travolgere dalla tua onda sentirmi pioggia, che si perde nel tuo mare.
Comprerei per te, un cartoccio di spicchi di sole... Le dico
Sul letto, disteso, osservo la tua figura nuda, seduta sul davanzale della finestra i capelli scarmigliati, da una folata di vento. mentre sorseggi boccate avide dalla sigaretta la sera ha schizzato di ombre e luci lo sfondo del tuo primo piano, assorto.
Non vorrei più andare via di qua amo essere così vicina al cielo, spaziare sui tetti, mi da la sensazione d'essere un gabbiano... Dici
È settembre, il cielo è solo nostro e tu taci così bene, che le mie domande cadono mute oltre il davanzale, dove scorre il tempo di questa stanza. La tua immagine nuda nella cornice della finestra è un quadro astratto che la vita, ha disegnato oltre confine.
Questa sera la luna piena come una madre gravida mistica oltre ogni limite si libra in cielo leggera come ali di farfalla. Luminosa, complice, avvolgente. Avrei voluto coccolarmi sotto lo sguardo suo mentre la tua mano sfiorava la mia ma il suo alone m'ha rapita e nell'oblio dei sensi ho dimenticato d'esser su questa terra e d'averti accanto.
Non soffia invano il vento non invano c'è burrasca. Oggi ho pensato a te al vento tra i tuoi capelli scuri a te che mi passi accanto e sulla pelle scorre un aprirsi di vele al vento fresco, agli anni, che ho vissuto prima di te e al ponte, che attraverserò prima di te ai sogni tenuti al guinzaglio. Tutto questo me lo porterò dentro senza sforzo, il giorno in cui dovrò a malincuore attraversare il ponte spandendo come briciole il tuo ricordo per i passeri del borgo.