Venivi da non so dove andavi via e non sapevamo quando... Camminavi piano, tanto avevi tempo e sul tuo viso... un sorriso.
Ne la pioggia, ne il sole ti fermava tu continuavi il tuo viaggio e la gente ti guardava rimaneva a pensare al tuo passaggio.
Dovevi essere un signore da quel tuo portamento parlavi niente, ma molto lentamente la fronte alta e la chioma bianca come la barba morbida ed incolta la giacca ti cascava dalle spalle forse te l'avevano donata perché non era certo della tua misura.
Un borsone tutto sdrucito forse pieno della tua vita o di quello che d'importante rimaneva.
Sereno in volto non si scorgeva il tuo pensiero eppure di nascosto ti guardavo.
Mille volte ringraziavi per quel poco e ti accontentavi poi riprendevi il cammino e ti allontanavi.
Eravamo quasi diventati amici si faceva a gara nel quartiere per aiutare quel vecchio barbone buono e gentile da morire.
Un giorno non tornò fu lungo l'inverno e lui dolcissimo declinava ogni invito.
Morì sotto il suo cartone ed accennava un sorriso forse, già era in Paradiso.
Nuvole nere sopra questo cielo sono parole a stento trattenute che adesso fanno male questo temporale dopo tanto sole è stato un colpo al cuore.
Cerco di pensare che tutto può passare ma dentro me è successo non sono più la stessa... adesso.
Quanto si cambia per la delusione che non è più promessa.
Eppure ti ho amato più della mia vita perché eri l'unico mio amore mi bastava guardarti e tenerti stretto e seguire ogni tuo gesto e le parole.
Ed intanto crescevi come il tempo, cambia anche l'umore e tu ti sei lasciato trascinare da quel vento che tutto spazza via persino i sentimenti più profondi.
Ti sei trovato in una tempesta un ciclone ti ha portato via quando ti vedrò tornare sarai quello di prima o sarà male avrò pietà di te spero avrò riposto ancora un seme un po' d'amore che dopo la tempesta col sole, di nuovo sboccerà.
Apri la finestra, stamattina è festa senti le campane è la giornata del pescatore metti la coperta al sole goditi quel fiore sul balcone.
Guarda... c'è un gabbiano sul tuo cielo pronto a planare su una barca che torna e di fiocchi e lustrini già s'adorna. . Una tradizione che resta tutta da scoprire l'aria salmastra si respira il mare ha sparsi merletti e diamanti di luce brilla e di onde spumeggianti sembra si sia vestito per quest'occasione con i colori dell'arcobaleno.
Tutte le barche illuminate a sera ci sarà la processione.
Ogni anno tutti i pescatori ringraziano la Vergine Maria la portano in giro per il mare che ad ognuno dà vita perché la pesca sia sempre più proficua.
Si muove da lontano quella scia di luci intanto s'ode un canto il cuore s'apre questa sera una lacrima, una preghiera... ognuno che si avveri un desiderio, spera.
Poi improvvisa una chiarore sopra il mare come di giorno Illumina la notte, si vedono le sponde è tutto il bello che sembrava una magia e che ci dava pace in un momento affoga tra le onde.
Mi padre s'è un po rincojonito certo è l'età 83 sonati e der 1927 dice d'annata si ma sonati ner cervello. Manna a fan culo questo e quello quanno je pare senza sta a fa distinzioni. Piscia dappertutto pure fori dar cesso eppure er buco è grosso nun se tiene niente eppure prima je fregava della gente. Lo dovemo parà sinnò lo sai dice tutto quello che pensa e fa li guai. Eppure na vorta ce teneva era un gentiluomo e come s'aggiustava. Mo come no straccione s'acconcia er pantalone e nun se lo fa strigne co du pieghe lo tiene sulle scarpe e co la cinta sopra quella panza. Com'è cambiato più nun lo riconosco nun so a vorte se devo piagne o ride meglio passacce sopra e soprassede. Mi padre nun c'è più ner suo cervello e successo de tutto la prima guera e la seconda je passata e la campana nun s'è mai scordata (ma questa è n'antra storia che ve racconterò più appresso) nun se trattiene ai da vedè che affronti che fa a tutti ho pensato pure che mo se sta a sfogà o è na finta, ma si, lassamolo strillà abbasta che pe mo, ce stà.
Uno sguardo e invece poi, tra noi parole inutili servite a renderci la vita come un dardo pronto a colpire per le cose futili quando bastava un solo sguardo...
Tante volte ti ho pregato di non farmi male che un solo gesto senza poi pensare avrebbe spento il sole ma tutti i miei silenzi non volevi sentire e adesso te ne vai...
Proprio ora, senza dirmi una parola tu sparisci e taci quando c'è da chiarire per quante volte ti ho detto di non parlare con la tua lingua hai ferito me e buttato a mare tutto il nostro amore.
Piangendo ti dicevo basta, non esagerare ma tu testardo eri incapace di ascoltare sapessi quante ferite hai inferto mentre bastava solo uno sguardo per continuare.
Ora non scrivere su fogli inutili non è normale tanto non cambia quello che io sento lasciali bianchi che non fanno male ma ora, più passa il tempo, a cosa vale...
Un giorno de sole, ancora regazzina Maria s'encammina presso er pozzo che l'acqua nun ce stava alla cucina.
Cantando pe la via la poverina je rimane bloccata la voce ar gargarozzo na serpe nera come la pece avanti je se fece: me presento; io so er diavolo, piacere se me stai a sentì esaudisco ogni tuo volere.
Maria che sta cosa nun avea proprio capita presto se ne fuggì da quella bestia e tornò a casa tutta impaurita senza manco l'acqua che ner frattempo era tutta caduta.
Riprovò ad andare er giorno appresso c'era sempre lui sotto quer masso e l'aspettava, sto viscido animale la piccola Maria se fece anima e coraggio se avvicinò passo passo e cor secchio pieno d'acqua lo tritò quanno se fece male...
Vai via lasceme in pace, gridò e se sur mio cammino presto ti rincontrerò nun me farai paura coi miei piedi te schiaccerò e stavorta vorta nun te sarverai bestiaccia immonda na brutta fine farai e finirai laggiù dove t'aspetta di fuoco un onda.
La vergine s'è fatta poi Madonna e pe rimannà agli inferi s'infame schiaccia coi piedi er diavolo e l'affonna.
Nella nostra casa ora diventata enorme vuota come non mai tutto dorme dove la musica accompagnava la tua voce anche questo cuore che patì tormento... tace Qui giace quello che è rimasto di te qualche fotografia sopra il pianoforte le pantofole vecchie una giacca buttata sul divano. Hai deciso così e te ne sei andato ora mi sembra strano ma non ti sento più. Questo è un momento che volevo evitare avevo paura ad affrontare ma il pensiero si arrende. Strappo come da lucertola la coda che non crescerà mai come prima più passa il tempo e più sarai un appendice che non riconoscerò. Fuori dal mio mondo ora sei eppure per te morivo non sento nemmeno il tuo profumo ho vissuto per farti crescere felice e troppo ho dato la mia vita, ed ora il cuore dice non sei più la stessa un vuoto... e nell'anima il perdono che non vuole uscire riuscirò a gestire questo mio rancore perché questo non avere niente, più niente di te mi fa morire ma tu non lo puoi capire...
Riuscirai a scoprire cosa c'è di vero in questa bugia così sofferta che non volevo dirti ma la colpa è mia forse il pentimento sentirò nel vento me la ricorderà tutta la mia vita forse in questa farsa un giorno rivivrà.
Ammettere l'errore di una notte insieme senza grande amore non mi salverà mai avrò più pace sempre quella voce dentro sentirò e sarà tormento dovunque andrò.
Ora voglio amarti, farmi perdonare non stare a pensare e questo mi ferisce ma resterà sempre questo grande dolore per questo amore se poi finisce.
Non te lo dirò si forse non lo so ma quando una bugia serve a non distruggere quello che c'è stato e quello che sarà, però... presto dimenticato ed io bugia sempre sarò.
Sarai torto ammesso e ferita da rimarginare sarai lento scorrere del mare e sempre per tutto quello che ti ho concesso Il mio più grande errore.
Sarai offese da dimenticare poche carezze da ricordare sarà stupore sapendoti felice quando io annaspo per non affogare.
Da oggi controllerò ogni mio gesto sarò la donna che non hai conosciuto a testa alta mi rifarò presto dei lunghi giorni che non ho goduto.
La mia vita riprenderà il suo corso sarà torrente in piena capace di travolgere non mi farò fermare e non avrò paura di arrivare.
Tu avevi costruito argini per non farmi passare per avermi ogni ora per tormentarmi ancora ora che ho guadagnato la riva dopo le rapide Sono pronta... rivoglio la mia vita.
Nelle mie poesie troverai me la mia storia in frasi scritte ed in quelle solo pensate perché il coraggio non ho avuto.
Ricordi che volevo mettere da parte cicatrici che fanno ancora male ma in quello specchio ci sono sempre io mentre il tempo passa sotto giornate di pioggia o sole.
Forse ho sbagliato nel concedermi nell'amplificare i sentimenti nel riporre fiducia a chi non meritava sono qui a fare il mea culpa non volevo farmi dire brava....
Nonostante tutta l'esperienza non riesco a cambiare agisco sempre in buona fede e metto al primo posto la speranza.
Molto è scivolato sul mio viso ma qualche ruga segna ogni passaggio ho trovato alla fine un comodo posto e mi sono fermata non era certo il mio sogno mi sono adattata la vita spesso non ti fa scegliere come tu vorresti ma ti fa sognare ancora come potresti...