Scritta da: Lapo Elkan
in Poesie (Poesie anonime)
Quando finisce un amore,
siamo come gocce di pioggia che,
una volta toccata terra,
svaniscono.
Eppure, non smette ancora di piovere.
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Quando finisce un amore,
siamo come gocce di pioggia che,
una volta toccata terra,
svaniscono.
Eppure, non smette ancora di piovere.
Io, allegoria della pietà, accecato da te, venere monca, deliravo, lama tagliente. Saette invadevano il mio riduttivo involucro, e mentre stuprato e violentato dal tuo bagliore che invadeva il mio cuore, la mente capì che nessuno l'avrebbe mai più ritrovata.
Mi chiedo se finiriranno prima o poi
queste lacrime
bruciano,
bruciano dentro.
Sgorgano dal cuore
non dagli occhi,
il mio cuore piange...
sanguina lacrime di dolore
e questa sofferenza sembra non finire mai...
il mio cuore sanguina.
Vorrei essere l'essenza della tua vita...
Vorrei assaporare ogni tuo bacio...
Vorrei perdermi nell'abisso dei tuoi sguardi...
Vorrei piangere ogni sera sulla tua spalla...
Vorrei specchiarmi nei tuoi sorrisi...
Vorrei viverti fino all'ultimo respiro...
Vorrei.
Era d'agosto. Un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
andò, per riposare l'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale
ma, pressato da molti peccatori
che pentirsi dovean dei loro errori
rinchiuse le tendine immantinente
e si rimise a confessar la gente.
Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
diceva ogni fedele le preghiere,
una donna, notato l'uccelletto,
lo prese, e al caldo se lo mise in petto.
Ad un tratto improvviso un cinguettio
ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.
Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
il ruolo abbandonò di confessore;
scuro nel volto, peggio della pece
s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
vada fuori dal tempio del Signore".
I maschi, un po' stupiti a tali parole,
lesti s'accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale,
"Fermi, gridò, mi sono espresso male!
Rientrate tutti e statemi a sentire:
sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"
A testa bassa, la corona in mano,
cento donne s'alzarono piangendo.
Ma, mentre se n'andavano di fuora
il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
rientrate tutte quante, figlie amate,
che io non volevo dir quel che pensate!"
Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
che chi ha preso l'uccello deve uscire.
Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"
A tali detti, nello stesso istante,
le monache s'alzaron tutte quante;
quindi col viso pieno di rossore
lasciarono la casa del Signore.
"Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
Sorelle orsù rientrate e state quiete,
poiché voglio concludere, o signori,
la serie degli equivoci ed errori;
perciò, senza rumori, piano piano,
esca soltato chi ha l'uccello in mano".
Una fanciulla con il fidanzato,
ch'eran nascosti in un angolo appartato
dentro una cappelletta laterale,
poco mancò che si sentisser male.
Quindi lei sussurrò col viso smorto
"che ti dicevo, hai visto? Se n'è
accorto!"
Questo è il mio cuore e lo dono a te.
Abbine cura perché è fragile,
abbine cura perché racchiude un bene prezioso: l'amore immenso che provo per te.
La memoria è assenza di fantasia.
Tutto quello che si ricorda, tutto quello che si vive ogni
giorno uccide l'immaginazione.
I ricordi sono meravigliosamente tuoi
nessuno li può inventare.
Li puoi rivivere ogni volta come fosse la prima
e allora viene stimolata la fantasia
solo allora
li puoi rendere nuovi
e quando li esponi
ti esponi
e comprendi la tua pena
che per vocazione poetica non puoi avere che un pubblico
e invece cercavi dei complici.
Così ti sei ritrovato da solo?
Non hai più nessuno per ascoltarti?
E non hai più nessuno per farti compagnia?
Ok... perfetto.
Posso dirti che sei molto fortunato
perché ora hai tutto il tempo e tutta la libertà per sapere cosa vuoi veramente fare della tua vita...
manda via questa angoscia della solitudine e respira profondo
ascolta la tua voglia e lei ti ascolterà...
e poi invita la saggezza così lei ti farà compagnia.
Riflettici
perché non sai ancora cosa ami per davvero nella vita
non lo sai
mai, mai, mai considerare ciò che non ti ama come qualche cosa che tu ami.
Il tempo, se stesse, lo spazio... sono delle cose che non si devono mai sprecare
allora avanti e dimentica il resto e vai alla ricerca di altri colori...
perché il più grande dispiacere è di conoscere solo una parte delle possibilità quando invece ce ne sono un infinità
questo è lo sforzo che può fare tutta la differenza.
La differenza che ti può far trovare una strada che ti possa portare alla felicità.
Ti amerò,
domani ti amerò e chiederò al tuo cuore di battere,
ti amerò domani e chiederò al tuo respiro di mandarti in affanno,
ti amerò chiedendo al tuo corpo un abbraccio,
ti amerò domani ti amerò e chiederò ai tuoi occhi un saluto,
ti amerò ogni giorno perché non c'è comando che faccia finire una passione,
forse non smetterò forse lo farò ma ciò che conta è che domani ti amerò.
Fortuito fortunato incontro del pranzo,
anche oggi baciati dal sole nei primi di marzo,
sorridendo con le guance sollevi gli occhiali,
portando il mio umore dalle ande alle alpi,
in un batter d'occhio mi doni delle ali che in pochi istanti,
mi portano in giro per il mondo superando il record degli innamorati,
convengo sul ti vedo ma non ti guardo mangiare,
sappi che un piatto di pasta è poco se ti vuoi allenare,
starei ore e forse poi sarebbe per te un problema,
essere osservati consumando un primo,
e sentirsi ricordare dalla signora infastidita, la pasta l'hai mangiata?
Il sole la scalda, è la tua risposta, e comunque ho gradito,
un discorso infinito,
sulle tue labbra il mio dito,
a cercare il tuo corpo,
e baciarti per ogni sorriso.