Scritta da: Michele
Quasi riuscivo a sentire il profumo dei tuoi bruni capelli avvicinarsi a me distinguendosi fra tutti come il più dolce e armonioso. Immerso in un pomeriggio invernale dove tu eri seduta accanto a me davanti al camino di casa tua, la tua testa poggiata sulla mia spalla, il mio braccio istintivamente protettivo avvolto attorno a te, il tuo respiro caldo che mi assicurava che fossi lì, che tutto fosse reale. Un dolce quadro che non vedrà mai pennellate atte a completarlo.
Sei sempre stata nei miei desideri, fin da quando avevo 14 anni e ancora non sapevo cosa fosse l'amore. Tu eri bellissima, e io vedevo in ogni tua piccola sfaccettatura la ragazza perfetta, perché semplicemente avevi tutto ciò che mi faceva stare bene. Quello stesso ragazzo non sapeva ancora di amarti ed ora che è cresciuto un po' di più sa per certo che quei sentimenti non sono cambiati. Ho cercato di avvicinarmi a te ma sembrava solo che fossi più lontana, ci ho provato diverse volte ma sono arrivato sempre in ritardo. Già ti avevano portato via, lasciandomi in un'angoscia degna del più giovane Kierkegaard, a chiedermi se fossi degno di realizzare ciò che anche lontanamente potesse avvicinarsi al mio personale nirvana. Rassegnato a conservare quel dolce ma tanto triste ricordo nell'ormai, da quando ci sei tu, non più piccolo cassetto delle occasioni perdute.
Anonimo
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    Le strade sono tutte di Mazzini, di Garibaldi, son dei papi,
    di quelli che scrivono,
    che dan dei comandi, che fan la guerra.
    E mai che ti capiti di vedere
    via di uno che faceva dei berretti
    via di uno che stava sotto un ciliegio
    via di uno che non ha fatto niente
    perché andava a spasso
    sopra una cavalla.
    E pensare che il mondo
    è fatto di gente come me
    che mangia il radicchio alla finestra
    contenta di stare d'estate,
    a piedi nudi.
    Anonimo
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      Sospira la sua voce angelica tra le altre.
      Nel buio una luce,
      una goccia d'acqua in un mare di fango
      che purifica ciò che ha intorno.
      È fuoco che arde su una parete di ghiaccio,
      la passione nella freddezza,
      il tutto in mezzo al niente...

      È il mio tutto, è la mia passione,
      è il mio fuoco, è la mia acqua, è la mia luce...
      è la mia aria... mi rinfresca e mi tiene in vita...
      Anonimo
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        Virus virus tondo
        casca sul mondo
        casca sulla terra
        tutti giù per terra.
        Non c'è ricco e non c'è poveretto
        non c'è nemmeno un po' di rispetto
        si muore da soli senza assistenza
        e tutti siamo chiusi in casa
        portando pazienza
        con una mascherina sulla bocca se si esce
        si dorme poco, ci si alza presto all'alba.
        Preghiamo anche il Buono Dio
        perché finisca tutto in fretta
        ce la prendiamo persino con la politica:
        "niente lavoro e state a distanza"
        Paese di Vò, paese cavia,
        chissà che domani si ricordi di noi Zaia.
        Ci lamentiamo, è vero
        però occorre guardare
        a chi si impegna sul serio:
        quelli in corsia, di Supermercato
        o di Ospedale,
        quelli che stanno davvero male.
        Quelli che non possono vedere i loro bambini
        quelli che lavorano senza guadagnare.
        Noi stiamo in cucina a cucinare,
        con l'unico risultato, solo d'ingrassare.
        Da Internet, tv e smart phone ci informiamo
        e con questa grande confusione
        ci rincoglioniamo.
        La paura è tanta, la sopportazione poca,
        tiriamo i dadi, come nel gioco dell'oca:
        riparti dal via! Fermo una casella
        speriamo almeno nella nostra stella.
        Virus virus tondo
        è caduto sul mondo
        è caduto sulla terra:
        Fateci uscire da questa guerra.
        Anonimo
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          Scritta da: Anonimo17

          Neve

          Mi sveglio e mi trovo in un manto bianco,
          sotto di me una valle senza fine,
          non odo rumori, solo un freddo silenzio che mi avvolge
          e porta con sé il suo gelo.
          Anche il cielo è bianco e spento
          e riflette ciò che vi è al di sotto,
          non un raggio di sole, né una nuvola
          cupa, così come l'aria manifesta,
          fredda ma salubre, calma e vuota.
          Sotto di me una violenta macchia rossa
          si mescola col bianco, ma non diventano
          un tutt'uno, il bianco si oppone,
          ma il rosso penetra fino al terreno.
          Muta anche il cielo, perde la calma,
          rosso anch'esso ed il vento si alza
          e la quiete termina,
          corrono le nuvole ed il fuoco s'innalza.
          Il bianco è vinto, mentre il rosso infiamma,
          colorando le nuvole del suo stesso calore.
          Non trovo più pace, non sono più solo,
          il silenzio cede alle grida di guerra,
          l'incubo divien concreto e io devo svegliarmi.
          Ed ancora mi sveglio.
          Anonimo
          Composta domenica 4 ottobre 2020
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