Scritta da: *marta*
in Poesie (Poesie anonime)
Immobile sul mondo che sopito dorme, e popola di sogni questa notte, deserta di noi, regina di se stessa".
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Immobile sul mondo che sopito dorme, e popola di sogni questa notte, deserta di noi, regina di se stessa".
Siamo sensibili,
il vetriolo del mondo attuale
non deturperà la nostra fantasia.
Siamo sensibili,
orologi rallentati
sfiorano i nostri animi giocondi,
acquistiamo minuti indispensabili
con la moneta dell'irrazionalità.
Siamo sensibili,
non indosseremo mai
abiti d'apparenza,
scoperchieremo
tombe mnemoniche
inesplorate.
Siamo insensibili,
al disprezzo dei non volanti,
alla tortura della nostra ineguaglianza,
al possesso smisurato
di alambicchi posticci.
Siamo inutili,
le vostre necessità
svaniscono nell'eterno.
Anche se calpestate
il nostro cipiglio brumoso,
e calpestate ogni giorno
la nostra incoerente duttilità;
Noi,
con l'orgoglio di saper piangere
e l'angoscia di guadare
luoghi irraggiungibili
vi rammenteremo che...
... siamo sensibili.
È tutto ciò che faccio
mi spinge a morire
a buttarmi di sotto
dal palazzo delle mie tristezze
voglio un'altra vita
una vita più semplice
voglio un altro corpo
non conto niente
non importa a nessuno di me
mi sento cadere
mi sento il sangue nelle vene
che vorrebbe uscire
sento me stesso
e penso che vorrei scappare
ma non ce la faccio
mi manca la forza
vivo in un mondo di merda
dove sono tutti stronzi
e io imparo a convivere col mio odio
l'unica cosa vera che mi è rimasta
l'unica cosa su cui posso affidarmi
sento il dolore che c'è in me
uscire da tutto il mio corpo
è una strana sensazione
mi sento sollevato
e forse spero che qualcosa possa cambiare
spero che le cose possano andare bene
ma mi ritrovo a parlare col mio odio
e a sentire.
Svegliata da un sogno.
Sembra assurdo un sogno che ti sveglia...
Dovrebbe essere il contrario.
Sono rimasto lì, nel letto con le gambe distese
a cercare l'angolo in fondo,
tra coperta e materasso, quello più caldo e nascosto...
In mente, ancora le immagini del mio sogno...
Un anno d'amore ritorna in mente quando meno te lo aspetti...
frasi, immagini, attese, colori che sembrano ancora veri.
Ora la radio è accesa e ho il libro davanti...
Ma quel sogno è ancora qui.
Il sole un giorno tornerà
ad asciugare queste lacrime.
Sono state versate per troppo tempo.
A lungo ho atteso il tuo ritorno,
ho aspettato che i tuoi occhi
mi guardassero ancora, che ti
accorgessi quanto in realtà io ti volevo.
Ora è tardi e osservandoti da lontano mi
accorgo che non ci sei più.
Il mare.
Tante cose fanno parte di lui
e su tante cose lascia il segno.
Così come per il mare
io vorrei che tante cose e persone
facessero parte di me,
ma ancor di più,
vorrei lasciare un segno dentro di loro.
Poesia,
sola compagnia
- Musa e magia -
che non richiesta hai dato
una voce
alle parole mie
- Dove sei?
- Chi sei?
Io t'ho pregato.
Intorno si allaga di luce
di fiori,
molli di tenerezza con i colori
incantati per sempre nel balenio
di sfumature di una foglia.
Come un ragno costruisce
la sua ragnatela incerta,
Io getto i miei ponti
di speranza intricata
nelle parole,
tra luminose arbores cenze
nei capelli di corallo
delle ninfe,
tra il verde soffuso
dei cespugli.
Eccomi son qui,
alzati, guardami, avvicinati.
Nei tuoi occhi vedo la libertà,
la speranza di crescere e la felicità.
Su, adesso dammi la mano
e incamminiamoci lungo la via
che ci porterà nel mondo della vita.
Mi sveglio e mi trovo in un manto bianco,
sotto di me una valle senza fine,
non odo rumori, solo un freddo silenzio che mi avvolge
e porta con sé il suo gelo.
Anche il cielo è bianco e spento
e riflette ciò che vi è al di sotto,
non un raggio di sole, né una nuvola
cupa, così come l'aria manifesta,
fredda ma salubre, calma e vuota.
Sotto di me una violenta macchia rossa
si mescola col bianco, ma non diventano
un tutt'uno, il bianco si oppone,
ma il rosso penetra fino al terreno.
Muta anche il cielo, perde la calma,
rosso anch'esso ed il vento si alza
e la quiete termina,
corrono le nuvole ed il fuoco s'innalza.
Il bianco è vinto, mentre il rosso infiamma,
colorando le nuvole del suo stesso calore.
Non trovo più pace, non sono più solo,
il silenzio cede alle grida di guerra,
l'incubo divien concreto e io devo svegliarmi.
Ed ancora mi sveglio.