Scritta da: Anonimo Anonimo
Frani in me come sassi spinti giù dalla burrasca,
nevica nel mio essere,
ma non con quella felicità che ci si aspetta,
sei impervia e violenta come vento al largo.
S'infrange su di me il tuo scirocco,
caldo e impetuoso mi modella,
come dune di sabbia...
immagina,
tu mobiliti tutti quei minuscoli granelli
con la tua caparbietà.
Nel deserto tutto è mutevole
spinto dalla forza invisibile,
quanto vorrei affidargli le mie parole
così riuscirei a sussurartele,
dolcemente come un soffio,
e ti vedrei sporca di quella sabbia,
infetta dal mio morbo che per te non trova cura.
Invocherei,
come antichi sciamani, demoni e entità
per riempirti di magia e affascinarti,
tormentato dal tuo sapore,
i miei sensi vagano
senza pace,
impregnati del tuo odore.
Ho saputo raccogliere la tua essenza
e ora la conservo,
conservo il tuo odore
in ancestrali ampolle,
figlie dell'alchimia,
pronte a essere usate nella malinconia.
Anonimo
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    Giornate grigie, rianimano trascorsi sentimenti,
    bagnano di malinconica tristezza ogni parte dell'essere,
    come stagioni piovose sull'incontaminate terre selvagge;

    Terre pure ed immacolate,
    come la tua pelle mai sfiorata;
    il ritmo dei tuoi sospiri, antiche danze di tribù dimenticate;
    ridenti parole, calde come il sole di campi estivi, macchiati dal rosso dei suoi dolci tulipani.

    Un cielo terso privo di pensieri;
    una calda coperta, che asciuga il fradicio cuore annegato, nel triste inverno di questa mattina.
    Anonimo
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