Nei tuoi occhi io rifletto la mia vita rispecchio ciò che è stato il mio passato e intravedo in lontananza il mio destino accorgendomi in questo modo che ogni istante della mia vita è vissuto assieme a te. Tu sei la mia droga più pesante la mia sorgente di vita vado a dormire solo per sognarti inesorabilmente tra le mie braccia. Uscivo per vederti e aprivo bocca per parlarti e d'improvviso sei svanita nel nulla più glaciale. L'illusione d'averti era una visione onirica senza la notte per poterla vivere. La vita è grande, tu sei grande ma non può basarsi sui sogni e tu sei un sogno. Rimugino i lemmi che da qui a poco hai pronunciato frasi lasciate all'aria in balia del vento scolpite su lastre di ghiaccio all'inferno. Mentre rifletto su cosa dirti domani trovo ciò che avrei potuto dirti ieri mentre cercavo di cogliere al volo un'ennesima occasione persa. Non faccio altro che cercare parole parole che non capirai mai sono frasi e cenni d'amore che nessuno ti ha detto e perciò non sai. Tu che rispondi e mi chiedi: perché Il sole non'è così caldo immenso e misterioso come te che nella vita ti tiene saldo a terra, luna e forse me. Tu sai che io non sono non sono chi pensi possa essere ma potrei essere meglio di ciò che sembro e do ciò che pensi non abbia dentro quel cuore che batte d'amore per amare chi non ti capisce e non rispetta e percepisce il valore del sentimento che ora svanisce e ferisce quel cuore d'amore che altro non fa che recepire e conservare ogni singolo dolore. Non so che pensare per cantarti dei versi che non saprei pronunciare in quest'alba d'amore durata per poche ma interminabili ore.
Riaffiora dalle anime sepolte avvolte nel mistero di un empirico inconscio rubato ad un soffio cruciale di uno spirito scisso all'irrazionale nonostante il crollo da un istinto siderale. Ascesa. Accolto da una stella oscurata al simulacro da un aneddoto enigmatico senza regno nell'occulto di un retorico giardino viziato dall'imbrunire tramontato al sorgere di un sentimento sublime ricoperto di trasparenza desolata di un dotto ostile come sfigurato dottrinante ammaliato e cupidamente vezzeggiato sfregiato dall'idiozia trascendente delirata da strazianti maschere ripudianti . Stirpe velata dall'utopia dei protèsi flussi di ironia scolpita dall'odio di un ideale di bramosa frenesia ancestrale cosmicamente ponderata da uno stipite sciupato dall'ipocrisia incolmabile di sdegno.
Aspetto il giorno in cui smetterai di rinunciare a questo sole che ci scalda lo stesso che continui ad eclissare e dal quale scappi per rifugiarti nel più profondo del buio dove inutilmente credi di nascondere l'evidenza d'un amore ormai svanito in un sogno d'illusioni.
Ti immagino qui nei sogni miei tu un amico un tesoro è cosi che si dice.
Un amico un tesoro ed è la verità una verità grande che descriver non so.
A guardarti ammirarti sempre senza sfiorarti un amico non può è una gran crudeltà. Quei ricordi stupendi che ti restano in mente sempre vivi e lontani tra le braccia di lui.
E ti dedico un sogno quella amica sei tu. un risveglio un po' duro perché non ci sei più, mi abbracciavi affettuosa però amavi lui un amico sincero ora qui sono io.
Quando il tempo
crudele sarà vecchio con noi più lontano è il ricordo che svanisce cosi guarderò l'orizzonte dentro il cielo di sera una rondine in volo forse parla di te.
È gia domani, verdi inodori fiutati da mostri senza naso, invisibili gialli colorano l'aria dinanzi a cechi osservatori, blu muti e silenziosi risuonano per sordi ascoltatori, insipidi rossi gustati da bocche senza lingua, impalpabili rosa carezzati da insensibili mani; colori impercettibili scivolano, sibilano tra le mie dita mi sfiorano silenti, ma non penetrano in me; ombre pesanti accecano e stordiscono, è già domani, ed io mostro senza naso e senza lingua, cieco osservatore sordo ascoltatore accarezzo tutto con mani insensibili. Ed è già domani, ed invisibili nell'aria son passati quei colori.
Vedo nei tuoi quadri Il profumo della musica, pennellate che descrivono gli aromi delle sensazioni, fiuto nell'aria il fresco odore della verde primavera, le focose rosse estive passioni, il bianco odore del vuoto invernale, il nero putrido e tenebroso nero m'avvolge. Vedo violaceo il Martedì, Saturno azzurro intenso Il marcio arancio del Mercoledì. Ascolto gli odori rimescolati nella tua arte e m'affascino della mia Fantasia.
Muoio nella vita di parentesi mentali, vivo nella morte di parentesi bucate da libere parole, vivo tra neonate formiche colorate agonizzanti, introvabili finora brulicano adesso nell'ora che non c'è. Ecco implodere gli spazi, ecco sciogliersi le ore, ecco nello specchio un volto mai veduto. Eccomi nel bianco orgasmo del silenzio
Addio cantante, sogno inquietante in un estate breve, tarlo assillante di una notte greve, sorriso dolce ed evanescente come il tuo volto nella mia mente, che piano svanisce e lascia soltanto il triste ricordo del tuo dolce canto, che lento sparisce e non tornerà... Speriamo ritorni la felicità!
Dolcemente odo piangere silente e baciato al canto delle cadenti fronde tenerissimo il bambino, l'occhietto impaurito ed il pianto infinito nel suo cuore angosciato, e immenso dolor si dipinge sul viso e nel canto d'augello al fiorir del mattino. Passato immortale d'incantevole cuore, muta il pianto in sorriso.
Solo resta l'Amore bambino, che crescer non può. Viziato, amato, cullato, futuro non ha. Si nutre di sguardi rubati, passioni represse, di baci e carezze furtivi: futuro non ha.
Rimpianti, dolore, passione e furore. Ricordi che rodono dentro.
Altri giorni verranno, ma l'Amore bambino futuro non ha.