Mi manchi, mi manca, la tua voce. Mi manca, quella parte di te, che sognava, anche quando, eri senza sogni. Quel tuo stare bene, anche quando stavi male. Mi manca quel sorriso, che nascondeva le lacrime. Quelle lacrime nascoste, dietro quei occhi chiusi. Quegli occhi blu, trasparenti limpidi infiniti come il cielo. Mi manchi... M manchi tu papà.
Una carezza un bacio Per dirti ti voglio bene nella speranza di sentire. Le stesse parole e ricevere le stesse carezze. Quelle carezze d'amore la passione di un tempo Di ieri di poco fa di adesso di sempre fino all'eternità. Una carezza come desiderio di me di te di noi. Non quella di un amico Ma di una passione. Non quella di mia madre Ma quella tua che accende La mia voglia e passione di te. Quella carezza d'amore. Che mi fa sentire unica Che mi da emozione.
Troppe cose non dette Che vagano senza dimora. Cercano dove posarsi Ma trovano solo spazio per navigare. Come una nave senza un porto per sostare. Vagano nell'infinito Parole non dette Che feriscono per il non aver detto. Per non aver fatto sentire a chi volevi cio che avevi da dire.
Ore 21.06 del 6 Maggio 1976 Il cuore del Friuli trema, Tremano i cuori dei friulani. Tremano le anime dei friulani. Trema la terra sotto i loro piedi. Dalle viscere profonde di una terra amata, è esploso l'inferno seminando distruzione. Un minuto interminabile dove crollano case, sogni e speranze. Dove la disperazione prende il sopravento. L'animo sconvolto grida. Grida di paura di terrore. Invoca in silenzio il nome di Dio chi graziato chi non ascoltato. Mille morti e migliaia di feriti. Con le lacrime ancora in corpo hanno sepolto i loro cari. Pianto in silenzio quei figli mogli e mariti morti. Rimboccando le maniche, ritrovando nel dolore il coraggio di ricominciare. Di ricostruire ciò che c'era Prima di quel maledetto 6 Maggio 1976.
Ho paura di perdermi nelle incertezze, nell'abitudine e nella quotidianità. In un mondo senza valori, senza amore e senza sogni. Paura di vivere senza vivere realmente, di non saper ascoltare chi ne ha bisogno veramente. Paura di non esserci quando mio figlio mi cercherà. Paura di non saper leggere e ascoltare l'anima che bussa. Di usare il cuore come un muscolo senza sentimento. Paura di amare senza amare veramente. Di non saper dire quando serve Ti voglio bene.
Si chiama solitudine quel vuoto che c'è quella che invade questa stanza arrivando al cuore. Si chiama disperazione. Quel vortice che ti divora. Che non lascia uno spiraglio, di pace, di tregua o di speranza. A quel tuo povero cuore.
È finito tutto... senza rancore, senza un apparente ragione forse con il cuore a pezzi e un gran vuoto dentro. Il perché non me lo chiedo Ti amo... ti ho amato tanto. Ma così non s poteva andare avanti Il tempo si è preso il meglio su tutto ha lasciato il silenzio l'abitudine di noi stessi così voltiamo pagina diciamo basta... ... e andiamo avanti.
Impara che ci sarà sempre un momento migliore e uno peggiore di questo. Quando cadi devi essere in grado di rialzarti da solo. Ma se c'è un amico è più facile. Se l'amico c'è trattalo bene. L'orgoglio va usato in modo ponderato. La caparbietà e la testardaggine ti porteranno lontano, o ti impediranno di andare oltre. L'amore non conosce limite o ragione. Ama senza pretese. Sarai amato odiato per quello che sei. O semplicemente per il ruolo che reciti. Vivi non recitare una parte che non ti appartiene.