Poesie che hanno partecipato al concorso AMORI di_VERSI

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi.

Scritta da: Maria La Valle

Inevitabile addio

Piovono brandelli di ricordi recisi su questo
lungo viale lastricato di asfittici pensieri.
Claudicante, intorpidita la mia mente tesse gli ultimi fili
di una consunta trama a cui restano appesi
sogni oramai sgualciti.
Il tuo mellifluo volto, gli occhi di vetro,
è un simulacro di un'effimera visione che brucia
nell'anoressia dei sensi narcotizzati da apatiche,
insipide, logore parole.
E nell'iconoclastia di questo torrido giorno d'estate,
saturo di algida realtà, odo il ghigno beffardo del
tempo
crudele araldo di un inevitabile tramonto: era un sole pallido!
Ansima l'anima, bulimica ricerca di senso, urla il
sentimento
spezza le catene del tuo perfido giogo, danza dionisiaco tripudio,
trasuda brividi di passione, partorisce aborti di speranza,
respira inebriante profumo dell'abisso.
Forse l'attesa di un'altra
illusione?
Indifferente ti allontani senza far rumore, nell'ombra dubbiosa
e precaria della tua ipocrisia, pavido e confuso nel buio,
arido e avaro, ladro di emozioni e sensazioni,
alchimista d'inganni.
Mi lasci ceneri di sbiaditi abbracci, ma non una lacrima
per questo inevitabile addio.
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    Insieme ancora domani

    Che le lacrime lascino spazio alle parole.
    Sospesa incontrai il tuo sguardo per la prima volta,
    e sospesa ti ho lasciata con un'ultima fuggitiva occhiata.
    Hai cinto un'anima persa nell'oscuro pensiero della solitudine,
    e ti sei innamorata fedelmente in un mondo arido di sentimenti.
    Ti sei persa nelle mie vesti umane
    e hai sfidato chiunque minacciasse la nostra unione.
    Inimmaginabile legame,
    eccezione declassata dalla stupida mente umana,
    oggi non ti spiego a questa terra.
    Getto strofe sconclusionate personali,
    ma non mi azzardo a raccontarci al pubblico
    di ignoranti attori deludenti.
    Non siamo pagine o storie esposte,
    ma siamo amore vero al di là della vita.
    Ti vedo ancora riflessa nello specchio che ti risucchiò
    e stringo i tuoi ricordi
    nelle mie mani distrutte.
    Serro gli occhi
    e fiuto il tuo odore,
    ti bacio e sprofondo nel tuo petto,
    ti guardo e mi perdo nei tuoi occhi corvini.
    Balzo in avanti nella realtà che mi vive
    e mi ritrovo uno scheletro seduto.
    Mi osservo mentre non mi sto vivendo,
    ossa giovani che non hanno sostenuto
    il peso di una perdita incomprensibile.
    Amore che lascia dolore,
    oggi non posso fuggire,
    ma saprò distruggermi per ritrovarti.
    Sei amore vero,
    anche se per la gente sei stata solamente un animale.
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      Scritta da: Jacopa Del Gado

      Ferragosto metropolitano

      Ti prego, dai!
      Giochiamo a "fare finta".
      Lo tiro a me e addosso me l'avvinghio.

      Il sole picchia e batte senza pace,
      ci siamo solo noi, qualche piccione errante
      ed una fontanella che pare agonizzante.

      Conosco l'amarezza sotto quel ciuffo scuro.
      Milano a ferragosto! Roba da aver paura.

      E noi siamo proprio là!
      Vi prego non credete al frutto di una scelta,
      l'ansia di sfuggir gente,
      l'anelito a "partenze intelligenti".

      Niente di tutto questo, nessuna idea elegante,
      solo noi due in bolletta e soldi in tasca niente.

      E allora, dai! Bisogna farlo,
      giocare, come allora a "fare finta".

      Traversiamo quartieri sconosciuti,
      -nella città in cui pure siam cresciuti -
      e l'avventura, così come allora,
      comincia con le insegne, prosegue coi colori.

      Proprio a sinistra, uscendo dal metrò,
      sbattiamo quasi addosso ad un bistrò.
      Tre insegne dopo "la casa dell'omelette"
      promette gioie al palato e tete a tete.

      "Guarda, siamo a Parigi!"
      Dico mentre gli cingo il fianco.
      "Non vedi che è Marsiglia?"
      Non senti il mare e l'odor di triglia? "

      e mentre ci baciamo - e non vedevo l'ora-
      io me lo guardo ancora
      e l'amo più di allora.
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        Scritta da: Fernanda Irlante

        Occhi negli occhi

        C'era un giorno, un giorno lontano,
        tra noi, c'era l'incertezza di passioni contrastanti,
        vite diverse tagliavano a metà le speranze.
        Le parole potevano fare e dire, ma senza invadere.
        Sentimenti, la voglia di esploderli,
        la paura del rimbombo di essi.
        C'era silenzio, ma il rumore inquietava.
        La proibizione, il gusto dell'incerto,
        essere lontani e appartenersi.
        Quegli occhi, a un certo punto,
        non hanno più esitato,
        ma il timore del valico senza ritorno
        era un'eco che tremante avanzava.
        C'era silenzio, ma il fatale accadde e,
        per un attimo il destino cancellò gli scritti.
        Il giorno divenne notte, il buio si vestì di luce.
        Poi, lo sbaglio di rubare il proibito,
        occhi negli occhi in silenzio ci guardammo!
        Non c'era luce nella stanza,
        le nostre mani si cercarono.
        I nostri corpi si unirono,
        le nostre labbra si baciarono.
        A un tratto dalla finestra filtrò
        un raggio di sole che illuminò la stanza,
        solo allora mi accorsi di averti sognato.
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          Scritta da: Fabio Foroni

          Ancora lo fai

          Ridi di un riso soffocato
          sorridi senza un sorriso
          il cuore da leggero, affaticato
          il velo d'ironia ormai liso
          il sapore amaro nella tua voce
          asciutto e immusonito
          delle speranze finite in croce
          di un sogno mai nato, finito.
          Combatti guerre senza bandiere
          il nemico spietato, indomito
          sui campi di battaglia delle tue sere
          è sempre il tuo cuore, il solo ferito.
          La notte raccoglie i resti
          sparsi sul pavimento, intorno a te
          ancora tremi mentre ti svesti
          ancora lo fai, ancora, ma perché?
          E le mani bianche, rami gelidi
          aggrappati a nuvole cariche
          e la pioggia che ti investe
          ammorbidisce palpebre peste
          lava gli occhi salati, i lividi
          restano, dolori invisibili.
          A chi respira i tuoi sospiri
          mentre dorme e tu non dormi
          è già domani, la luna scende
          gli occhi si chiudono, la notte muore
          i sogni bussano e la vita s'accende
          gli incubi stingono e tu ritrovi colore.
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            Scritta da: Alessia D'Onofrio
            Seduta nella metro
            i muri volano via veloci
            le persone attorno a me
            decorano i sedili freddi con le loro essenze
            sorrisi, lacrime, sguardi spenti,
            pellicce, pettinature rovinate dalla pioggia,
            tintinnanti orecchini, rossetti sbavati,
            occhi scuri, vestiti colorati e pensieri bui.
            Tutto attorno a me è dinamico
            mentre io sono statica.
            La metro sfreccia e mi sento a casa
            vorrei rimanere lì e lasciarmi trasportare all'infinito.
            Fuori il cielo è scuro, ma la città brilla
            e anche i miei occhi quando penso a te.
            Sento il tuo calore
            sempre
            quando sei gentile
            quando fai lo scemo
            quando mi scrivi anche se ci siamo appena visti
            quando mi prendi in giro
            quando ti prendi in giro
            quando mi sento uguale a te.
            Sempre.
            E mi manchi subito dopo
            guardo la mia città da fuori
            come fossi la spettatrice di un quadro
            ma quando sono con te anche io ne sono parte.
            Composta giovedì 1 ottobre 2015
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              Scritta da: Alessia D'Onofrio

              Amore

              Tu che sfiori continuamente la mia mente
              ma sei a me sconosciuto
              dove sei?
              Ti cerco
              cerco di capirti
              capisco il tuo valore
              e ti valuto importante
              tu invece mi fuggi
              mi allontani
              sei come un filo legato al mio cuore da una parte
              e dall'altra libero
              voli nell'aria alla ricerca di un altro cuore
              a cui essere cucito
              ma invano
              il sole può nascere e morire mille volte
              io cambio
              il mondo attorno a me cambia
              tutto si evolve
              ma non la mia conditio
              la solitudine è un punto fermo della mia vita
              che non riesco a cancellare
              indelebile e definitivo
              come solo la morte.
              Composta venerdì 29 maggio 2015
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                Scritta da: Alessia D'Onofrio
                Mi ricordo ancora la prima volta che ti ho sorriso
                tutta la poca dolcezza che è in me
                era racchiusa nella curva dei miei occhi.
                Ti ho parlato, ma senza emettere alcun suono
                per capirmi le orecchie non erano necessarie
                in quella dolce serata di giugno,
                tu sei stato l'unico per me.
                Cercavo i tuoi occhi come il cielo
                due lapislazzuli soavi
                come un'agrumata brezza in un pomeriggio afoso
                la mia adolescenza è come un corridoio scuro e solitario
                qua e là puoi trovare alcuni fuochi
                che mi aiutano a non perdermi
                ci sei anche tu fra loro,
                sei piccolissimo, quasi come un fiammifero,
                però ci sei
                se non ti rivedrò
                anche la tua fievole luce si spegnerà
                avvolta e soffocata dal nero.
                Composta giovedì 25 giugno 2015
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                  Scritta da: Luca Vicentini
                  Ti penso ogni giorno
                  tra un mare di avanzi
                  briciole amare
                  fotogrammi
                  attimi perduti, naufragati.
                  Tu mi parli
                  con silenzi
                  di sogni muti
                  le tue ali sepolte
                  dismesse, ora risorte
                  issate
                  da fragili corde.
                  Mentre io
                  ancora parlo
                  come un folle
                  che parla
                  a se stesso.
                  Tu scruti lontano
                  e preghi
                  bevi sola
                  e ti nascondi.
                  Non ti vedo
                  ma ascolto
                  quel tuo silenzio
                  muto e tenace
                  come un freddo inverno
                  che tace
                  e trascende
                  labbra serrate
                  amate
                  perdute
                  bandiere al vento.
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                    Pace dei sensi

                    Strade vuote accarezzate dalla nebbia
                    ci nascondono da tutti quelli che
                    senza sapere ci mettono rabbia
                    per i giorni trascorsi senza un perché.
                    Dimmi tu adesso se mai
                    non ci eravamo incontrati
                    lontano tanto stavi
                    e insieme ad un'altra distratti
                    vivevi un'altra vita senza
                    sentire e mai mancarti
                    il mio amore, la mia presenza.

                    Ogni soffio di vento una carezza
                    ogni sguardo mio la tua risposta
                    ogni secondo la tua certezza
                    che questa volta non sara una batosta.
                    Hai sperato tanto ed io anche
                    non ti sei mai arreso e allora
                    hai lottato e anche se stanche
                    le tue gambe non hai visto l'ora
                    di trovare la pace dei sensi
                    quel senso di pienezza sai
                    che ti riempie tutti i sensi
                    che non scorderai mai
                    dove si collega tutto in uno
                    e diventano universo
                    amore e Dio sono tutt'uno
                    e tutto ha un senso.
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